Come pittore e artigiano, Vincent de Boer cerca poesia e sfumature nella linea calligrafica. Esplora i limiti del linguaggio ponendosi la domanda: è possibile raccontare una storia con una singola lettera? Un universo che si apre in una sola linea? Guidato da una fascinazione per i segni lasciati dopo aver tracciato una pennellata, Vincent esplora le sfide tecniche autoimposte. Mentre la calligrafia è principalmente conosciuta come strumento testuale, Vincent è più interessato alle contraddizioni mistiche nascoste al suo interno, come la profondità di una superficie piatta, il tempo trascendentale e la tattilità sfuggente.
Avendo una formazione in calligrafia, si può percepire la concentrazione con cui lavora e il controllo dello strumento e della tecnica. A partire da questo, crea una varietà di opere, su carta, murales e performance. Il suo film d’animazione “The Stroke” ha vinto il premio d’esordio al Netherlands Film Festival.
Negli ultimi anni, De Boer ha portato il suo processo artistico in mostra ed ha compreso che l’esito di un processo non è molto diverso da qualsiasi altro aspetto di quel medesimo processo: una fine è un inizio. Così, il lavoro di Vincent si sviluppa come un ecosistema: ha bisogno di essere nutrito affinché restituisca. “Un sistema funziona solo se è agile,” afferma criticamente di fronte all’attuale Zeitgeist. Questa intuizione permea l’opera d’arte, che a sua volta permea il suo metodo di lavoro: come increspature nell’acqua, un piccolo gesto ha infiniti echeggiamenti.
Durante Graphic Days®, sarà esposta una selezione di nuove opere calligrafiche su carta, taccuini e un allestimento dallo studio di Utrecth. Nel primo weekend del festival, una performance dal vivo di De Boer accompagnerà il pubblico del festival alla scoperta dell’ecosistema artistico di questo iconico artista e delle infinite possibilità nascoste dietro ogni tratto.