Un’iniziativa con l’obiettivo di promuovere progetti di social design dedicati a ripensare luoghi, politiche e pratiche di accoglienza.
Transition For Color
2024-2025
Transition For Color è un collettivo transdisciplinare nato per ripensare le pratiche di accoglienza attraverso progetti di Social Design, iniziative artistiche e pratiche partecipative. Le azioni sviluppate si concentrano su due aree chiave, l’hotspot di Porto Empedocle e l’ufficio immigrazione della Prefettura di Agrigento. Attraverso un approccio design-oriented basato su analisi, strategia, sviluppo e monitoraggio, Transition For lavora per migliorare la qualità degli spazi che accolgono chi arriva in Italia, attraverso attività durature. Il progetto si concretizza in interventi sul territorio, azioni artistiche, iniziative di comunicazione per favorire l’incontro tra chi accoglie e chi è accoltə.
Al centro dell’iniziativa c’è la volontà di superare la logica emergenziale, ripensando l’accoglienza come un’esperienza più umana, inclusiva e dignitosa.
Nel settembre 2024 è stata lanciata la prima open call per selezionare sette artistə e collettivi che, attraverso la realizzazione di murales, hanno dato nuova identità ai padiglioni dell’hotspot di Porto Empedocle e all’ufficio immigrazione della Prefettura di Agrigento, luoghi al centro dei percorsi di accoglienza.
La selezione degli e delle artistə è stata curata da una giuria composta da referenti di Farm Cultural Park e Graphic Days®, con l’obiettivo di valorizzare il potenziale trasformativo dell’arte.
Transition For è un collettivo transdisciplinare nato con l’intento di progettare un’accoglienza innovativa e sostenibile, mettendo al centro le persone e i loro bisogni, attraverso progetti di Social Design. Con questa iniziativa, l’arte diventa un linguaggio di connessione e cambiamento, capace di restituire bellezza, dignità e senso di appartenenza a luoghi spesso segnati dalla transitorietà.
Attraverso una call pubblica sono stati selezionatə sette artistə e collettivi con l’obiettivo di dare nuova nuova vita ai padiglioni dell’hotspot di Porto Empedocle e all’ufficio immigrazione della Prefettura di Agrigento, attraverso la realizzazione di murales.
الحياة, Seb Toussaint
L’opera raffigura fiori immaginari per portare nuova vita in un luogo privo di colori ed elementi naturali. الحياة o Alhayat, che significa “vita” in arabo, è la parola scelta da un rifugiato egiziano che l’artista ha incontrato nell’hotspot. Con questo intervento Seb Toussaint vuole accendere i riflettori su chi affronta viaggi interminabili, spesso considerato ai margini della società, ma che in realtà cerca solo una nuova Alhayat — una nuova vita.
Di comete e di sorrisi, Luchadora
Attraverso l’uso di forme morbide e colori vivaci, l’artista Luchadora ha voluto rappresentare il calore dell’accoglienza, rendendo lo spazio più ospitale e vicino alle persone che lo attraversano. I volti dipinti sui muri non sono semplici ritratti: ognuno ha un’identità, un nome e una storia, rendendo l’opera ancora più significativa. Shamsi, in arabo “mio piccolo sole”, è il primo volto che i e le migranti incontrano all’arrivo; Samia, il cui nome significa “sublime”, è ispirata a una bambina conosciuta dall’artista a Porto Empedocle; Erikaviolett prende il nome dal rosa RAL 4003, un colore brillante scelto dall’artista per i capelli di una ragazza nel murale; Leopoldo, detto Poldo, rappresenta il coraggio di chi affronta il viaggio verso una nuova vita.
Trame, Vernis Lab
Un collettivo di artiste caratterizzate da uno stile che si distingue per l’uso di forme naturali e animali, con riferimenti all’arte naïf e alla pop art; per le Vernis Lab, il contesto è una componente essenziale nel processo creativo, soprattutto in luoghi attraversati da persone che affrontano un viaggio complesso, spesso segnato da incertezza e disorientamento. Il risultato di questa riflessione è “Trame”: il progetto racconta l’integrazione e l’interconnessione attraverso un intreccio visivo di texture; ogni animale rappresentato si fonde con quello successivo, creando una continuità grafica e simbolica tra le diverse facciate del padiglione.
Salvation, Ligama
Il primo intervento artistico è stato quello dell’artista Ligama che, tramite il suo progetto, vuole rappresentare un messaggio di speranza e rinascita. L’artista ci racconta di come una piccola isola sia diventata per lui una sorta di rifugio e salvezza in un momento difficile; un luogo minuscolo, capace di accogliere e proteggere con la forza e la dolcezza che solo la primavera sa esprimere. In questo caso, l’isola ha un nome che richiama un legame ancora più profondo: Alicudi. C’è un momento particolare che viene fissato nella memoria: un breve frammento in cui la voce di sua figlia gioca e ride. Questo suono, registrato per pochi secondi, si trasforma in una vera e propria ispirazione. Da quei codici sonori nascono i colori dell’opera, amalgamati e messi insieme per essere condivisi con il pubblico.
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