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Data doesn’t suffer – (De)digitalized personal archive // Silvia Bovo
Descrizione progetto
Questo è il progetto editoriale ed elaborato di tesi di Silvia Bovo. È stato creato dalla ricerca riguardante i nuovi tipi di linguaggi crittografati di Internet e come interagissero con questioni come censura e privacy. È stato esposto alla mostra “Diplorama!” della Libera Università di Bolzano a marzo 2023.
Concept:
“Data doesn’t suffer – (De)digitalized personal archive” è un progetto editoriale che indaga il confine tra personale e privato, la propria identità e la perdita di essa nel regno digitale. Il progetto utilizza i miei dati personali, ottenuti dopo la richiesta e raccolta di essi presso tutte le piattaforme online che ho utilizzato nel corso degli ultimi otto anni, come Google, Spotify e Netflix. Come ha osservato il filosofo Gilles Deleuze, le persone non sono più prese in considerazione come individui, ma nella società odierna diventano “dividui”, divisi nelle loro parti e visualizzate attraverso campioni e dati. Pertanto, dopo aver constatato che tipo di informazioni sono state raccolte dalle mie azioni compiute su queste piattaforme, ho deciso di dare a questi dati una nuova concretezza. Ho, quindi, creato un archivio personale riorganizzandoli. Si può però notare, esaminando e provando a consultare i contenuti, che più ci si avvicina cronologicamente al presente, più questi diventano distorti e indecifrabili. Questo intervento di codifica vuole sottolineare come, dopo aver preso coscienza di quali fossero le tracce lasciate dalla mia presenza sul web, abbia voluto allontanarmi da questa dinamica.
Bio:
Silvia Bovo è una graphic designer, artista interdisciplinare e comunicatrice visiva nata a Treviso e attualmente residente a Bolzano dove si è recentemente laureata presso la Libera Università di Bolzano al triennio della Facoltà di Design e Arte. Il suo lavoro utilizza un’ampia gamma di media come la grafica digitale, la fotografia, il disegno e la narrazione scritta per creare opere che si collocano al crocevia tra una ricerca artistica più tangibile e un design progettuale orientato alla ricerca teorica e alla sperimentazione visiva.
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