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AI mai dato un bacio? // Adele Ortis, Teresa Magnoler - TAMO HUB
Descrizione progetto
Il nostro progetto è nato di recente quando abbiamo appreso del bando. Entrambe appassionate di visual design, abbiamo pensato: “Perché no?”. È stata un’opportunità per presentarci come duo creativo per la prima volta. Il progetto è scaturito da una conversazione spontanea anziché da un tradizionale brainstorming e durante la chiacchierata, abbiamo riflettuto sulle emozioni umane, convinte della loro autenticità e imparzialità rispetto all’intelligenza artificiale. Il progetto non è mai stato candidato né esposto.
Concept:
Cos’è il futuro? Quali sono le nuove tecnologie che cambieranno il nostro modo di vivere? Viviamo in un epoca in continua evoluzione, che ci travolge di input e continui cambiamenti supportati da nuove tecnologie, come la nascita dell’intelligenza artificiale, uno strumento così utile che l’idea che possa sostituire l’essere umano aleggia nelle nostre menti. Ma la vera domanda che dovremmo porci è l’AI sarà mai in grado di sostituire le vere emozioni umane? Noi crediamo di No!Esso è una macchina creata dall’uomo e come tale non potrà mai esistere senza il suo supporto. Il concept è nato dunque da una domanda che abbiamo posto a chat GPT, trovandoci in un momento di sconforto: «Chat, mi daresti un bacino?!», la risposta ovviamente è stata:«Non posso darti un bacio fisicamente, ma posso offrirti del supporto e dell’incoraggiamento virtuale!», nel poster è dunque esplicato il concetto con la frase “AI could never give you a kiss” supportata dall’ immagine di una bambina nel atto di dare un bacio, probabilmente uno dei più puri gesti d’amore. Da questa necessità di affetto autentico è nato “AI mai dato un bacio?”, un progetto che celebra la bellezza dei gesti d’affetto umani, irriproducibili dalle macchine.
Bio:
Siamo Adele Ortis e Teresa Magnoler, due designer classe 2001. Ci siamo incontrate durante il percorso universitario, la nostra collaborazione è nata non solo tramite progetti accademici, ma anche grazie alla convivenza. Quest’esperienza ha rafforzato il nostro legame, plasmando la sinergia lavorativa e accrescendone l’affinità creativa. Vivendo sotto lo stesso tetto, abbiamo condiviso non solo spazi fisici, ma anche idee, sogni e nottate insonni, per consegnare i progetti. Durante queste innumerevoli serate, abbiamo piano piano dato il via a “TAMO”, formalmente non ancora uno studio, ma realmente la rappresentazione del nostro duo creativo. I progetti sono alimentati da una ricerca antropologica approfondita, poiché appassionate dall’esplorare le sfumature più profonde dell’animo umano. Questo approccio permette di creare progetti human centered, fondamentale nel periodo storico attuale; ma ci divertiamo anche ad esplorare ambiti diametralmente opposti al design creando progetti più sperimentali.
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