Poster
2021

Gallery

Polyphōnia //Giulia Boccarossa

Descrizione progetto

Si tratta di una ricerca che, seguendo una consolidata consuetudine, Pino Musi ha sviluppato nel tempo in una serie di scatti fotografici. Si tratta di un progetto con cui negli ultimi anni l’autore ha voluto dare dignità di visione alle nuove periferie, a quelle espansioni urbane che dilatano il perimetro, sempre incerto, delle grandi città. Un lavoro che Musi ha condotto soprattutto ai confini di Parigi, città in cui da anni vive e lavora, come pure sui bordi sfrangiati di Anversa e di Berlino. L’identità visiva della mostra rappresentato, in questo caso, dal manifesto promozionale, è basata sulla sintesi dei diversi linguaggi sovrapposti nel lavoro dell’autore. La creazione del lettering del poster dal titolo “Polyphōnia” richiama letteralmente il suo significato originario, composto dal binomio “polys” e “phonos” che dal greco si può tradurre con “più” e “suono”, quindi “moltitudine di suoni” o, semplicemente, “polifonia”. Ma il rimando è anche quello alla partitura musicale, con particolare riferimento al lavoro di John Cage Michael Nyman, e altri compositori degli anni Sessanta fautori del filone più azzardatamente sperimentale. Altro rimando è ovviamente quello alla conformazione delle immagini, edifici ai margini della città che, grazie alla particolare illuminazione e prospettiva, si fanno altro da sè, perdendo la loro tridimensionalità e facendosi segno grafico netto, oscuro, soffocante, senza perdere la propria “armonia”, note nere sullo spartito dello spazio urbano e di quello della mostra stessa. Vista la sua recentissima elaborazione, il progetto non è stato presentato ancora in nessun concorso.

Concept

L’idea progettuale del manifesto (e, quindi, di tutta la comunicazione della mostra) parte da un’immagine mentale che vede articolarsi sui muri del Tempio di Pomona a Salerno, spazio della mostra, le sessanta opere fotografiche che compongono l’installazione, alla stregua di uno spartito musicale. Allo stesso modo, nel manifesto il percorso delle singole lettere richiama l’idea di espansione incontrollata e inesorabile in atto ai limiti estremi delle città rappresentate dagli scatti, immergendo l’osservatore in una dimensione di non-luogo dove la proposta di massicci agglomerati abitativi, per la maggior parte ancora privi di vita umana, diventa visione aberrante e soffocante. Il poster è un “crescendo” continuo, climax ascendente in cui le singole lettere diventano segni, moduli. Ma anche singole note sullo spartito. Le lettere, che richiamano le architetture stesse delle fotografie, restano sulla soglia della ripetizione, ciascuna attraversata da acide vibrazioni metalliche fuori campo. Fotografia e disegno, architettura e suono, diagramma e mondo, sono tutte differenze che sospendono queste immagini sulla soglia dell’ambivalenza tra vero e falso. Crediamo e non crediamo a ciò che vediamo. Ipnotizzati dalla bidimensionalità, ci affidiamo alla scala innaturale delle porzioni di mondo ritratte.

Bio

Giulia Boccarossa è una graphic designer e illustratrice italiana con sede a Pesaro. Nel 2018, in concomitanza con il conseguimento della Laurea Triennale in Disegno Industriale presso l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino (UNIRSM-IUAV), ha intrapreso il percorso di Laurea Magistrale in Comunicazione e Design per l’Editoria presso l’ISIA di Urbino, formazione che sta completando con una tesi sulla storia dell’editoria fotografica italiana. Il mio approccio alla progettazione è profondamente legato alla fase di ricerca e comprensione del contesto di riferimento. Recentemente ha preso parte alla progettazione di “Segni Migranti”, monografia del fotografo italiano Mario Cresci edito da Postcart e di “8torie”,un progetto collettivo compreso nel catalogo e nell’Osservatorio Permanente del Design dell’ADI Index 2020 e concorrente alla selezione del prossimo Compasso d’Oro. Ho avuto inoltre la possibilità di realizzare un inserto sul 35° numero di Progetto Grafico, oltre che di ideare la comunicazione e parte del progetto di allestimento della mostra “Polyphōnia ” ad opera di Pino Musi, fotografo italiano con sede a Parigi, e inaugurata a Salerno il 10 luglio 2021.

Visita il profilo

Condividi il progetto