Editorial Design
2021

Gallery

Sottovoce // Letizia Agosta, Aurora Antonini, Camilla De Amicis, Federica Inzani, Federico Meani, Sara Zanardi

Descrizione progetto

Parole, volti, sguardi. Sono tanti quelli che si incontrano e sono tanti quelli che spesso rimangono sottaciuti nella maglia del quotidiano. Sottovoce è un magazine indipendente con un’indole confidenziale che si insinua negli interstizi delle storie altrui per coglierne le emozioni sottopelle facendole vibrare davanti agli occhi di chi le legge.
La rivista si propone di scandagliare le intime pieghe della vita delle persone più comuni nella trama del loro tessuto urbano. Racconti, fotografie e testi che dialogano con la poesia del quotidiano per restituirne la cifra più antropologica, il carattere straordinarimente ordinario che palpita nella narrazione silenziosa di racconti sbottonati sottovoce.
Una raccolta tematica di ritratti squisitamente umani che si relazionano al territorio costituendone la parte più rappresentativa, esplorati attraverso undici scenari urbani ispirati alle undici celebri Città Invisibili di Italo Calvino. L’autore cubano infatti scrive “Le città sono luoghi di scambio, scambi di parole di desideri, di ricordi” e di questi Sottovoce vuole esserne la più puntuale e profonda radiografia.
Undici issue dunque, ognuna delle quali sarà composta da storie di una bellezza fatta di abitudinarietà, scelte in base alla tematica presente nel libro e riferita alla città: desiderio, memoria, segni, sottili, scambi, occhi, nome, cielo, morti, nascoste, continue. Il magazine, ad uscita semestrale, nell’alternarsi ritmato di articoli, interviste e galleries dà voce alle parole delle sottovoce, ai volti sconosciuti, agli sguardi della più affascinante normalità umana.

Concept 

Sottovoce è nato nel 2021 durante un laboratorio di artefatti complessi presso il Politecnico di Milano in Design della Comunicazione. L’idea è nata dalla volontà di voler raccontare in modo autentico che cosa succede nel viavai quotidiano che ci circonda ogni giorno. Il magazine non è stato esposto in nessuna altra occasione ma speriamo di poterlo esporre nella città di Rimini , soggetto cardine del progetto editoriale.

Bio 

Siamo un gruppo di designers laureati al Politecnico di Milano. Ci siamo affacciati al mondo dell’editoria durante un laboratorio e abbiamo deciso di farlo volendo far parlare le città che ci circondano, quelle in cui siamo nati. Ci piace sperimentare ed indagare nuovi orizzonti progettuali per restituire le storie che ci vengono intimamente raccontate.

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2021

Gallery

Insetti. Appunti di errori digitali // Matteo Beda

Descrizione progetto

Insetti è un ricerca visiva che vuole riportare quasi tutti i bug grafici, in particolare quelli più pazzi, che si sono generati nell’arco di cinque mesi all’interno di InDesign.
Questa ricerca nasce dalla voglia di leggere in modo antitetico episodi normalmente percepiti come problematici, elevandoli a eventi degni di stupore e di essere condivisi, impedendogli di scomparire tra il codice che li ha generati.
La scelta di trasformare questa ricerca in un prodotto editoriale sottolinea l’antiteticità tra medium analogico e appunti visivi frutti di un linguaggio digitale. Le immagini sono quindi riportate a piena pagina come una sequenza di file tangibili e sfogliabili all’interno della cartella che è la pubblicazione stessa.

Concept 

Insetti nasce nel 2021 durante i mesi di tirocinio in Otium Studio, dalla mia curiosità e stupore nel vedere generarsi sotto i miei occhi, attraverso bug di InDesign, forme grafiche che ritenevo interessanti e degne di essere raccolte. Questo piccolo progetto editoriale non è mai stato candidato ad altri concorsi o esposto.

Bio 

Nato a Padova nel 1999, vivo in via ragazzi del ’99. Quando lavoro ad un progetto mi impegno al 99% per unire tecnica, ricerca e sperimentalità. Laureato BA in design del prodotto e comunicazione IUAV nel 2021.

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2021

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G_347 // Erica Brandi, Nicola Parise, Maximilian Obexer

Descrizione progetto

La storia – raccontata attraverso il diario del protagonista – è stata costruita attraverso eventi significativi che contraddistinguono la società e la vita del protagonista; il tutto all’interno di un arco temporale di 200 anni. Le “tracce” – il metodo utilizzato dal libro di archivio per ritracciare la vita di Julian – sono state realizzate attraverso diversi metodi; ogni partecipante, infatti, ha prodotto individualmente e collettivamente un numero di testi, fotografie, modellazioni 3D, packaging e design di interni. Il libro è stato rilegato con brossura svizzera ed è stato posto in una custodia di cartone, disegnata per mostrare i dati del caso sulla copertina e il timbro dell’Archivio. La custodia ed il timbro sono entrambi stati realizzati con macchine CNC.

Concept 

Il progetto nasce dall’interesse comune di ogni partecipante di creare un mondo immaginario ambientato in un futuro prossimo, con l’obiettivo porre prospettive diverse e personali riguardo temi quali tecnologia, ambiente, salute e sistemi totalitari. G_347 è un caso di studio fittizio condotto dall’Archivio Mondiale Ripristino e Salvaguardia della Conoscenza, che descrive e analizza le tracce di una persona vissuta prima dell’Incendio. Dopo questo attacco informatico ai server globali, tutti i dati digitali sono stati cancellati. Per questa società – ormai completamente guidata dalla virtualità e dalla digitalizzazione – l’attacco significa la sua fine. Gli oggetti appartenuti a Julian Bosko – il caso G_347 – sono stati fotografati e contestualizzati dall’Archivio più di un secolo dopo l’Incendio, con l’obiettivo di ricostruire la sua vita e, in qualche modo, la società in cui ha vissuto. La stessa procedura è stata attuata per tutti gli individui che possedessero ancora oggetti di natura materiale.

Bio 

Erica Brandi è nata a Borgo Valsugana, un piccolo paese in Trentino – Alto Adige. Film, giochi e libri la hanno sempre appassionata; ha un particolare interesse nella creazione di ambienti e mondi da esplorare e in cui immergersi. Durante i suoi studi presso la Facoltà di Design della Libera Università di Bolzano, ha sviluppato le competenze necessarie per l’utilizzo di diversi media attraverso corsi di Tipografia, Modellazione 3D, Video-Editing e Fotografia e Grafica.

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2021

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Caroselli sul Divorzio // Maria Rosaria Abagnale, Maria Consuelo Bonfà

Descrizione progetto

Il tema del libro, così come quello del corto, è il divorzio, è il matrimonio, è il voto. In particolare è il referendum sull’abrogazione della legge sul divorzio del 1974. Ci troviamo in un momento difficile per l’Italia, in cui pochi anni prima del referendum era stata fatta una legge a favore del divorzio, e nel 1974 quella stessa legge ha tentato di essere eliminata.
Il nostro progetto prende il nome dall’omonimo filmato che è stato quello che ci ha colpito di più fin da subito. Caroselli sul Divorzio è una serie di spot che invitano a votare “NO” al referendum sull’abrogazione della legge sul divorzio. Noi l’abbiamo trovato interessante poiché parla di una tematica delicata per il pubblico italiano, in maniera alquanto ironica e teatrale. Un’altra cosa che ci ha colpito è stata la partecipazioni di artisti e personaggi molto influenti che hanno preso anche una posizione rispetto al tema del divorzio.
Quindi nei capitoli abbiamo cercato di cogliere il più possibile l’essenza ironica e colorata del tono di voce utilizzato dai registi, in più il corto era uno dei pochi a colori ( la maggior parte della selezione erano in bianco e nero). Partendo dalla copertina, abbiamo utilizzato la scheda elettorale originale utilizzata nel 1974 per votare, per dare un indizio sull’argomento ovvero il voto, e riportare alla memoria l’evento in modo immediato, per chi l’ha vissuto. Le risguardie sono un pattern creato da noi che raccoglie dei ritagli di NO dei manifesti di propaganda che si è fatta durante il periodo di campagna sul referendum. L’intento del corto non è quello di raccontare una storia, è quello di parlare direttamente al pubblico senza mezzi termini.
Il “NO” è marcato più volte proprio perché il modo in cui è stato formulato il referendum creava confusione nel pubblico. Visto che i caroselli sono cinque, abbiamo diviso la prima parte del libro in cinque capitoli con la stessa struttura, ciascuno dedicato ad un carosello. Ogni capitolo ha una moodboard, un riassunto di quella che è la trama del carosello , una palette colori, documenti rilasciati dall’ufficio cinema del Partito Comunista Italiano, un inserto colorato, un inserto interattivo e la biografia del personaggio celebre se presente.
L’inserto interattivo alla fine di ogni capitolo è la parte più importante, perché è un richiamo a votare (il NO), ciò che i caroselli invitano a fare ripetutamente. Sulla base di questa solida struttura, c’ è un flusso molto libero che contiene sovrapposizioni tra testo, più specificamente i copioni degli attori, documenti, e frames, per non perdere l’idea di “movimento” della cinematografia.
Oltre a raccontare i caroselli, abbiamo pensato che fosse necessario fare una panoramica del contesto storico approfondendo la faccenda del referendum. Abbiamo ricercato e selezionato i documenti storici più rilevanti cercando di ricostruire la vicenda in ordine cronologico: appunti sulle conferenze, poster e volantini di propaganda, documenti autentici (modulo raccolta firme per referendum, foto di conferenze), le foto della sera della vittoria del NO, le testate giornalistiche, le conseguenze etc. Per concludere tutto volevamo mostrare quanto era popolare e sentito il discorso sul divorzio attraverso la rappresentazione di esso in alcuni dei film più importanti della storia del cinema italiano, anche per ricollegarci al concetto di film.

Concept 

“Caroselli sul divorzio” è la trasformazione cartacea di un corto propagandistico del 1974, “Caroselli sull’abrogazione del divorzio” con la regia dei maestri Ugo Gregoretti, Andrea Frezza, Ettore Scola e Luigi Comencini. Il libro è nato per via del corso di Progettazione Editoriale del triennio di Graphic Design e Art Direction alla NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) di Roma. L’esame del corso consisteva nel trasformare un lungometraggio / cortometraggio, scelto tra una selezione messa a disposizione dall’ AAMOD (Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico), in un progetto editoriale sperimentale. In poche parole si trattava di adattare un film a un libro. Verso Marzo 2021 il libro è stato stampato e ha concorso ai Naba Communication Awards lo stesso anno, vincendo il primo premio per la categoria “Editorial Design”.

Bio 

Saria e Consuelo sono due studentesse della NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) laureande in Graphic Design & Art Direction. Le accomuna la forte passione per l’editoria e l’arte eccentrica, ogni lavoro è uno specchio della loro personalità: colorata, sperimentale e vivace. Insieme hanno collezionato progetti di Editoria, Branding, Art Direction, Advertising, e Grafica. Il progetto “Caroselli sul Divorzio” ha vinto il primo premio nella categoria “Editorial Design” ai Naba Communication Awards 2021, un prize interno all’accademia NABA.

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2020

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Simulacra // Ilaria Castelli

Descrizione progetto

Una ricerca di design speculativo tra ricerca etnografica, casi studio e un approccio fenomenologico che, a partire dal cambiamento socio-culturale della nostra età contemporanea, indaga il ruolo che le tecnologie emergenti, come i media sintetici, possano avere peso a livello sociale, etico ed estetico.

Concept

Le tecnologie e li strumenti che al giorno d’oggi vengono creati stanno cambiando parte fondamentale della nostra esistenza, ovvero le lenti con cui vediamo il mondo e interagiamo con esso. Stiamo letteralmente iniziando a vedere la realtà con un nuovo paio di occhi e orecchie: cose che prima erano invisibili ora esistono. Oggi viviamo in un modo di simulacra, cosa può considerarsi vero o falso? L’obiettivo del progetto è analizzare le debolezze del caso e i possibili margini di crescita, investigandosi su come il ruolo del design deve cambiare e adattarsi: il design diventa un ponte tra il reale e tutto ciò che è sconosciuto. Con questo, è possibile esplorare le infinite possibilità che abbiamo di fronte a noi e che possiamo accogliere. Si può dire che il design, agendo come un mediatore culturale, potrebbe diventare il coordinatore di una forza collettiva e dell’intelletto. Deve andare oltre la pura logica e il pensiero razionale, per costruire dei credi per umani e non. Il design può quindi accrescere la consapevolezza e diventare il catalizzatore di una coscienza collettiva, pronta ad affrontare il futuro. Per quanto riguarda la sperimentazione dei linguaggi, Simulacra ha il suo punto focale nella fusione del regno fisico e tangibile con quello digitale, fornendo punti di vista e riflessioni su come gli esseri umani stanno affrontando la realtà.

Bio

Ilaria, una creativa appassionata in art direction, branding, editorial design e digital media design. Affascinata da ogni forma di espressione visiva, specialmente quelle casuali. Particolarmente interessata alla grafica brutalista e alle architetture sovietiche concrete, a Ilaria piace bilanciare filosofia e pragmatismo. Pensa che credere nella bellezza e nell’estetica possa cambiare in meglio la nostra vita e si definisce una ragazza estroversa, solare ed egocentrica, ma anche flessibile, precisa e proattiva. Ha studiato comunicazione visiva al Politecnico di Milano, con un Master in Product Service System Design, per ampliare le sue conoscenze e i suoi orizzonti e per assimilare un approccio open-minded.

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Editorial Design
2021

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Sottovuoto // Ginevra Scipioni

Descrizione progetto

Progetto di tesi per la BA in progettazione grafica e comunicazione visiva all’ISIA di Urbino. La lavorazione del progetto è iniziata a Gennaio 2021 e terminata a Giugno. Non è stato candidato per altri concorsi e non è stato esposto.
È nato dalla necessità di parlare di Spazio, riflettere sui vari aspetti e condividere delle esperienze che, per quanto possano sembrare intime e personali, sono comuni, coinvolgenti e inclusive. Il libro ha copertina rigida, cartonato e dentro ci sono quartini french fold che fungono da contenitori e non solo da supporto testuale. Al loro interno vi sono le foto. Si notano nella trasparenza della pagina e si possono estrarre, scartare. Si spacchettano come delle scatole. Estraendole il libro si svuota. Sta all’utente scegliere come interagire con le immagini e con i testi.

Il libro è diviso in due parti: una parte teorica in cui si rifeltette sulla percezione dello spazio e si citano autori come Perec, Merleau-Ponty per riflettere sullo spazio in senso lato, si parla di città con Koohlaas, di limite e confine con Victor e Augè, si riflette sul significato di abitare e non abitare, suoi luoghi e i non luoghi e sulla memoria dello spazio. Ad affiancare le argomentazioni teoriche sono dei brevi racconti, delle impressioni, dei pensieri sull’esperienza condivisa di Lido di Spina. In entrambe le parti si riflette sulla percezione degli ambienti, sulla presenza e sull’assenza di elementi di riconoscimento attraverso i quali ci si orienta e ci si perde. Dunque nel progetto vengono trattati due situazioni dove protagonista è l’assenza e il congelamento di uno spazio.

Concept

La casa si svuota, non è più abitata, ora è un spazio provvisorio, delle sale d’attesa. Gli oggetti sono in transito e con loro anche il loro valore muta. Tutto molto velocemente, per non soffrire troppo di nostalgia, e per cercare di accogliere la serenità e la spensieratezza del “nuovo” il prima possibile. Le stanze sono solo pareti bianche e la memoria di quegli spazi viene fugacemente assorbita dagli oggetti che li abitavano. Così la casa abitata diventa un non luogo, o meglio, una non abitazione, perché si trasforma in un luogo di transito e di attesa per un qualcosa altrove.
È possibile considerare il trasloco come un rito necessario per definire l’abbandono di uno spazio e la nascita di un nuovo luogo abitato? Dopo quanto tempo si sente di abitare un luogo? Come cambia la percezione di uno spazio, di un luogo, di una casa col tempo? Da cosa si determina il vissuto? Da cosa si vede che una casa è abitata? L’intento di questo progetto non è quello di rispondere a queste domande, ma raccontare una personale esperienza per poterne sollevare molte altre.
Ginevra ha utilizzato Lido di Spina per parlare, attraverso uno specchio, di uno spazio più intimo e personale che ha vissuto e non vissuto allo stesso tempo, in modo tale da poter condividere un percorso e un’esperienza più comune al fine di rendere collettiva un percorso apparentemente individuale. Così anche Lido di Spina assume le stesse sembianze. Gli edifici della città e i pochi oggetti sono rovine di una realtà inesistente.
Questo progetto è stato sviluppato con la volontà di allestire e organizzare uno spazio nel quale i diversi progetti e testi citati nel libro possono interagire liberamente. È presente anche il desiderio di riportare il percorso ad una ciclicità data dal turbine di avvenimenti inevitabili. La nuova casa. La nuova casa è ancora vuota, vecchia, con mura e pavimenti sporchi. Presto inizieranno i lavori che per via della pandemia hanno tardato di molto. Questa casa nasce per non essere abitata. La riempiremo di oggetti, la puliremo, la abbelliremo ma nessuno ci vivrà. Un altro spazio concepito per non essere vissuto e quindi un’ennesima non abitazione, una rovina, un monumento all’assenza. 

Bio

Nata a Jesi nella provincia di Ancona. Laureata in Progettazione Grafica e Comunicazione Visiva presso ISIA U, ora Ginevra frequenta il Master in Social Design alla Design Academy Eindhoven. Le piace vagare nello spazio libero nel quale perdendosi si riconosce.

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Editorial Design
2021

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Variazioni sul silenzio // ZEROSEI Studio

Descrizione progetto

“Variazioni sul silenzio. Palinsesto mitopoietico dell’abbandono in Italia” nasce all’interno del corso di “Progettazione grafica” tenuto da Mauro Bubbico all’ISIA di Urbino. Il progetto è stato maturato durante un lungo periodo di gestazione — da ottobre 2019 a febbraio 2021.

Concept

Il progetto racconta un particolare aspetto che riguarda l’intera penisola italiana: la condizione di abbandono in cui versano molti borghi e paesi del suo territorio; lo fa attraverso una narrazione che procede per immagini, secondo un criterio comparativo di ordine visivo e semantico. Il progetto crea un ordito di relazioni tra le immagini di queste realtà abbandonate (estrapolate da Google Maps, dopo un primo lavoro di attenta catalogazione delle stesse) e immagini “altre” (ovvero, quelle che si riferiscono allo strato poetico, mitico a cui le macerie possono rimandare, ricercate all’interno di archivi online di immagini di pubblico dominio). Il lavoro, avvenuto in remoto a causa delle restrizioni Covid-19 grazie agli strumenti della G Suite, mostra dunque in una raccolta di quasi 300 immagini il potere generativo di queste rovine, il racconto comune cantato dal silenzio del loro abbandono.

Bio

“ZEROSEI” è un gruppo di student* nato nel 2020 all’interno del corso di Progettazione grafica tenuto dal Prof. Mauro Bubbico presso l’ISIA di Urbino. I suoi quattro membri, formatisi tutti nell’ambito della comunicazione visiva ed editoriale, collaborano a distanza dai quattro angoli della nazione — Sicilia, Puglia, Marche, Piemonte.

Il progetto è stato realizzato da: Alessandro Antonini, Stefania Galantino, Giorgia Giacomini.

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2021

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Inquest // Octavian Husoschi

Descrizione progetto

Un progetto editoriale indipendente nato durante il Laboratorio di Progettazione di Artefatti Complessi al primo anno della Laurea Magistrale in Design della Comunicazione al Politecnico di Milano. INQUEST è stato progettato nell’arco di 2 mesi, dal concept alla stampa finale. Il magazine è stampato su una Sappi Magno Gloss 90gr/mq, una carta leggere e patinata che permette di ottenere immagini ad alta definizione e dai colori brillanti, mentre la copertina è una stampa in bianco su un cartoncino nero di 300gr/mq.

Concept

Magazine indipendente che tratta la monetizzazione nei videogiochi quando quest’ultima assume caratteri tossici e strumentali verso la figura dell’utente, spingendolo verso comportamenti sempre più ludopatici. Il magazine smonta e porta alla luce queste meccaniche predatorie attraverso articoli che rielaborano in maniera più visiva e intuitiva paper scientifici e di ricerca, accostandoli a stacchi visual ironici e d’impatto che sperimentano attraverso un approccio metaprogettuale al mondo dei videogiochi e alla sfera semiotica del shitposting online. Il progetto prende una posizione molto forte nel dibattito sulla legittimità etica di alcune pratiche di monetizzazione nei videogiochi, “Inquest” denuncia la presenza di dinamiche smaccatamente d’azzardo all’interno di prodotti indirizzati a soggetti vulnerabili. L’intento di “Inquest” è quello di educare questi soggetti a riconoscere e tutelarsi di fronte alla morsa della monetizzazione irresponsabile.

Bio

Octavian, 24 anni, è laureato in Design della Comunicazione presso il Politecnico di Milano.

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Editorial Design
2021

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Shame // Shao Ling Lee

Descrizione progetto

Questo lavoro è iniziato nel gennaio 2021. Dopo un mese e mezzo di pensiero creativo, è stato ispirato dalle donne degli anni ’60. Il lavoro è stato guidato dallo stilista Lucio Colapietro e ha ricevuto molti consigli professionali sullo styling.
Quest’opera non ha partecipato ad altri concorsi e non è stata esposta.

Concept

Bio

Shao Ling Lee è nato a Taiwan. Le piace il design, l’arte e ha realizzato collezioni di abbigliamento ispirate al Rinascimento durante l’università. Nel 2019 è venuta a Milano per un master in fashion design alla DOMUS Academy, e finalmente ha visto i maestri d’arte. Cercando costantemente varie possibilità nella creazione, la curiosità e la creatività sono indispensabili. Brava nel collage, nella combinazione di colori e nella creazione di stili. A differenza del fashion design, questa volta si concentra sullo styling, la fotografia e la post-produzione dell’immagine e la comunicazione del concetto. Alla fine il progetto è diventato una rivista.

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2020

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Essere Catastrofe // 045 Publishing

Descrizione progetto

Il progetto nasce da una call e partecipazione collettiva ad una tematica scelta e declinata. I contenuti sono di tipo testuale e fotografico. Il volume si presenta in un formato di 180x250mm, rilegato a filo refe con dorso a vista e stampato su carte Favini riciclate, riciclabili ed ecologiche. Una sovraccoperta fotografica avvolge l’intero progetto stampato in tiratura di 100 pezzi.

Concept

Nonostante il titolo possa “ingannare”, il lavoro che gli autori hanno pensato non è un numero sulla pandemia in corso (dei nove progetti che lo compongono solo uno riguarda direttamente la questione). Quello che hanno voluto raccontare parte dall’idea che la catastrofe – termine che è diventato sempre più centrale in rapporto alla cosiddetta crisi ecologica in atto – non debba essere considerata come un evento unico e “finale”. Le catastrofi devono piuttosto essere intese come una serie di eventi ordinari e quotidiani che ci circondano e ci “attraversano”. Il numero presentato perciò propone squarci e riflessioni su un mondo nel quale le catastrofi sono continuamente in azione, obbligando tutti noi a “restare a contatto con i problemi”, per usare le parole della filosofa D. Haraway.
Dall’inquinamento della Pianura Padana alla precarietà lavorativa, passando per considerazioni di stampo più filosofico in merito al rapporto tra uomo, natura e “fine dei mondi”. Uno dei messaggi del numero risiede nella necessità di fare i conti veramente con queste catastrofi e imparare a conviverci, senza invece “chiudere gli occhi facendo finta che tutto possa essere dimenticato”, come recita il finale di un racconto che ospitiamo all’interno del numero.

Bio

045 Publishing è un collettivo di microeditoria con base a Verona, che sviluppa progetti che abbracciano vari temi e approcci artistici. Concepita come una piattaforma aperta, il suo scopo è connettere illustratori, fotografi, scrittori e designer per promuovere pubblicazioni eterogenee ma organiche, che vanno dal contenuto visivo alla scrittura critica.

Il progetto è stato creato da: Paolo D’Amato, Francesco Marchi, Emanuele Zoccatelli Con il contributo di Giorgio Andreoni, Giulia Bernacchi, Ilaria Bussoni, Marta Clinco, Marco Favaro, Serena Grizi, Massimiliano Maestrello, Stefano Miliffi, Luca Quagliato.

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