Editorial Design
2020

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Il sogno // Mattia Gabellini

Descrizione progetto

Il progetto è stato creato durante l’autunno del 2020, in corrispondenza delle nuove chiusure COVID-19. Nasce dall’esplorazione di luoghi in rovina e da una ricerca sul sogno attraverso le diverse civiltà, in particolare dalla lettura di “L’oracolo della notte. Storia e scienza del sogno” di Sidarta Ribeiro, neuroscienziato brasiliano.

Concept

Il tema del “sogno” viene studiato trasversalmente attraverso diverse civiltà, con attenzione al suo profondo legame con lo sviluppo della mente umana e le pratiche sociali più rilevanti per l’uomo, come costumi, riti, religioni e comportamenti. Dalle culture ancestrali fino ad arrivare ai giorni nostri, si cerca di creare un’immagine, una narrazione onirica per conoscere ed esperire questo tema tramite un’apertura alle visioni ambigue di resti diurni e simulazioni future. Allo stesso tempo, il sogno è stato figlio di una riflessione rispetto alla difficile realtà pandemica, immaginando nuove prospettive accessibili solo tramite questo, come insegna l’uomo ancestrale. Il progetto si presenta come un viaggio onirico in cui la creazione di immagini e narrazioni è figlia della sperimentazione più pura ed istintiva, un mix di linguaggi che repentinamente si interscambiano tra loro come in una narrazione onirica: dalla fotografia alla post-produzione digitale, dalla tipografia all’immagine digitale 3D/cromata, dal design editoriale alla rielaborazione e riconnessione di frammenti di testo, dalla reinterpretazione digitale di immagini d’archivio alla simmetria.

Bio

Mattia Gabellini è un grafico freelance, art director e art editor con sede a Pesaro—Urbino, IT. Si è laureato all’ISIA U. La sua ricerca sperimenta il confine sottile tra graphic design e arte contemporanea. Nel suo lavoro ama sperimentare i diversi linguaggi delle arti visive, mescolando temi sociologici, tipografia,design digitale ed editoriale. Parla di musica e arte, progettando interviste che permettono di condividere idee con la collettività.

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2021

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Shut your eyes and see // Francesca Varalda

Descrizione progetto

Sperimentazioni visive sui fenomeni entoptici”” è frutto di un percorso sperimentale di ricerca condotto tra i mesi di Agosto 2020 e Aprile 2021 nell’ambito del progetto di laurea magistrale in Design della Comunicazione (Politecnico di Milano) di Francesca Varalda.

A partire dall’analisi e lo studio di uno specifico ambito di interesse, ovvero quello dei fenomeni entoptici, il progetto si struttura sotto forma di una serie di interventi congiunti, riassumibili in un insieme di sperimentazioni artistico-autoriali con la luce e la materia (la “Materioteca”), un laboratorio sperimentale per l’indagine sul campo del fenomeno studiato (“Dialoghi a Occhi Chiusi”), infine un’installazione sperimentale collaborativa (“La Caverna dell’Occhio”, presentata e rimasta in mostra a porte chiuse – per emergenza Covid – a Vercelli, dal 7 al 14 Marzo 2021). L’artefatto editoriale costituito dall’oggetto-libro della tesi custodisce e restituisce l’intero percorso realizzato.

Concept

E se vedere, in realtà, non fosse altro che chiudere gli occhi? Inconsapevolmente, ciascuno di noi custodisce all’interno del proprio campo visivo un inesauribile bagaglio di immagini e spunti visivi, i quali costituiscono un importantissimo strumento di progettazione. Punto di partenza per l’intera trattazione risulta essere, dunque, lo studio di questi modelli endogeni di visione, riassumibili sotto l’espressione di fenomeni entoptici, termine con cui si fa riferimento a una serie di sensazioni visive di luci, forme e colori che in determinate condizioni possono avere origine, appunto, all’interno dell’occhio stesso. Questi fenomeni, così intimamente connaturati nell’uomo e non soggiacenti ad alcuna contingenza di tipo culturale, spaziale e temporale, hanno da sempre costituito uno scenario di grande fascino e interesse, ispirando, nel corso della storia, una serie di importanti opere artistico-letterarie. Ciononostante essi rappresentano un ambito di studio ancora poco conosciuto e, per questo, aperto a una grande varietà di esplorazioni possibili. La ricerca che segue parte proprio da qui: il fenomeno si inserisce come pretesto per l’ideazione di una serie di interventi e sperimentazioni che, a partire dall’indagine sul campo e dal dialogo diretto con il pubblico, possano portare a un (ri)avvicinamento e a una riflessione profonda sui temi della progettazione stessa e sul cuore della sua disciplina, il Basic Design. Partendo dalla considerazione che «vedere non è solo orientarsi sul piano fisico ma anche su quello umano» (Kepes, Il Linguaggio della Visione, 1944), l’elaborato vuole allo stesso tempo mettere in luce la necessità del ricorso a modelli progettuali basati sulla ricerca di valori legati all’intersoggettività, in cui a una comprensione agibile dei processi creativi e formativi messi in atto possa corrispondere l’elaborazione di specifici linguaggi comunicativi e sistemi di traduzione segnico-simbolica.

Bio

Nata il 6 Dicembre 1996, Francesca Varalda è una graphic e communication designer che vive e opera tra Vercelli, sua città natale, e Milano, città in cui ha frequentato il Corso di Laurea Triennale e Magistrale in Design della Comunicazione presso il Politecnico, conseguendo nel 2019 un Erasmus presso l’École nationale supérieure des Arts Décoratifs di Parigi e laureandosi ad Aprile 2021. Affascinata dalla commistione e la contaminazione tra diverse discipline grafiche e artistiche, dall’estate del 2020 è membro fondatore del collettivo “Fragile”, gruppo di giovani designer che opera e crede nella sperimentazione e nella ricerca visiva come forme di azione critica.

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2021

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Venice Girl Magazine // Chiara Favero

Descrizione progetto

La rivista è nata come lavoro personale collaterale ad un progetto in cui l’autrice svolge il ruolo da art director. Il progetto in questione si chiama “The Amore Anthology Project” dell’artista e cantante emergente Volpe, il cui prima album si intitola “Venice Girl”.
La rivista raccoglie tutti i testi e le immagini dell’identità visiva dell’album, e si configura come esperienza visiva dell’album e della musica stessa.

Concept

Il tema principale del progetto è la musica di Volpe e i suoi testi. L’artista racconta di un amore finito e di tutti la sofferenza legata, elevando la città di Venezia come simbolo di questo dolore. La scelta di un linguaggio visivo interamente in bianco e nero (tranne per una sola pagine shock) richiama le atmosfere cupe e dolorose in una intramontabile Venezia come sfondo. L’intero linguaggio visivo è di rottura, sgretolamento e sperimentazione, richamando però un’estetica antica dell acqueforti e dei tomi illustrati.

Bio

Chiara ha 23 anni, veneta di origine, frequenta l’ultimo anno di magistrale in Design Della Comunicazione in NABA Milano. È un’appassionata e collezionatrice di riviste, lavora come art director e magazine designer, crede nella supremazia dell’immagine rispetto alla parola come mezzo di comunicazione.

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2021

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Disclosure Magazine // Gianmarco Del Nibletto

Descrizione progetto

Magazine creato da Gianmarco Del Nibletto con la supervisione della professoressa Giovanna Sala, come progetto tesi di laurea triennale in Graphic Design & Art Direction presso NABA Nuova Accademia di Belle Arti, sede di Milano.
Il progetto è iniziato a febbraio 2021, con la fase di ricerca sui temi principali, ovvero disturbi psichici e salute mentale, per poi arrivare alla realizzazione dell’elaborato finale, attraverso la creazione della struttura, la stesura degli articoli, la progettazione degli elementi grafici e l’impaginazione.

Concept

L’idea del progetto di Disclosure nasce da un’esperienza personale che ha cambiato per l’autore il suo modo di vivere, di relazionarsi e, di conseguenza, anche il suo giudizio sulla salute mentale e sui disturbi psichici.
Dopo aver scoperto di soffrire di un disturbo d’ansia e attacchi di panico, si aprirono per lui nuove vedute: una riguardo la salute mentale, riconoscendo quanto questa sia fondamentale per ogni singolo e quanto i disturbi d’ansia siano molto comuni nella società; l’altra fu quella dell’incomprensione. Difatti, nei discorsi di tutti i giorni difficilmente si trattano argomenti come affrontare e vivere i disturbi psichici, a meno che non se ne soffra in prima persona o si abbiano conoscenze indirette.
Dunque, a causa di queste mancanze comuni si è generato uno stigma sociale intorno al tema.
Proprio per questo l’autore ha condotto una ricerca sulla storia dei disturbi psichici, sulle origini e sull’attualità dello stigma sociale intorno ad essi per capire quale fosse una possibile soluzione per avvicinare il tema alla società contemporanea ed eliminare l’alienazione di chi ne soffre.
Il risultato, che poi è diventato il concept di “Disclosure”, è la condivisione di esperienze e da ciò la scelta di utilizzare come mezzo, un magazine, prodotto di design capace di informare e raccontare.

Bio

Graphic designer che attualmente vive a Milano. Laureato in Graphic Design & Art Direction presso NABA Nuova Accademia di Belle Arti, nella sede di Milano.Nel suo tempo libero, ama sperimentare nuovi strumenti, tecniche e concept del mondo della grafica per i suoi progetti personali. In questo caso, il graphic design lo aiuta a esprimere concetti e sensazioni che non riesce a descrivere.

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2020

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Will our love last longer than the popper? // Andrea Occhetta

Descrizione progetto

Il progetto nasce come sfogo creativo nel 2020, combinando fotografie fatte attraverso l’uso di scanner e tipografia espressiva, e viene completato ad Aprile. Viene prodotto e cucito a mano in sole sei copie, per pochi amici stretti.

Concept

Una fanzine che vuole esplorare la cultura del sesso occasionale, il suo fascino e i suoi effetti sulla salute mentale. Mostra i piaceri della sessualità senza impegni ma ragiona sulla sua vuotezza, e sui risvolti psicologi insalubri. Compone un’azione formata da flash in un non-luogo solo momentaneo, vacuo.
Il progetto riflette anche sulle applicazioni di incontri, e la distorsione che causano alle relazioni umane. La fanzine è divisa in tre parti: un primo segmento dedicato alle applicazioni, un secondo dedicato all’incontro sessuale vero e proprio, ed un terzo di storytelling che lavora sulla vacuità dei momenti dopo l’incontro.

Bio

Studente neo-laureato di Design della Comunicazione, al Politecnico di Milano.I suoi lavori sono caratterizzati da un’attenzione alle sfere del sociale e della psiche. Crede che il design, per essere d’impatto, debba connettersi emotivamente con l’osservatore, con l’uso di visuals espressivi. Convinto che il design possa aiutare a risolvere i problemi della contemporaneità, e tra qualche mese inizierà un percorso di specializzazione nell’ambito del Social Design.

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2020

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Isolation // Chiara Adami

Descrizione progetto

Il progetto si propone come metafora delle conseguenze derivate dalla pandemia, che da più di un anno è entrata bruscamente nelle nostre vite, evidenziando un aspetto in particolare: l’isolamento.

Concept

Stiamo vivendo un cambiamento che ha congelato il nostro tempo. Ci siamo resi conto di aver dato per scontato molte cose: abitudini, pensieri e azioni. Ci siamo persi per poi ritrovarci. Una ferita profonda veniva inflitta poco alla volta come una lama invisibile che entrava nelle nostre case senza che noi ce ne rendessimo conto. In un’epoca in cui le distanze vengono abbattute, in cui non esistono posti lontani o luoghi inarrivabili, siamo costretti a dividerci, a stare lontani, ad allontanarci ed a isolarci. Conseguenza principale di questa situazione è il distanziamento sociale che per molti vale a dire soprattutto isolamento. Ha creato una profonda spaccatura nel nostro animo, ed è stato proprio questo l’obiettivo, fin dalla fase iniziale, proporre e progettare un carattere tipografico come metafora di questo aspetto sia in chiave personale che in quella oggettiva.

Bio

Chiara Adami viene da Civitanova Marche ed è una Graphic Designer laureata all’Accademia di Belle Arti di Macerata nel corso Graphic Design per la comunicazione visiva. Appassionata principalmente al brand identity.

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2021

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Essere Donne // Carlotta Nardi, Federica Vecchi

Descrizione progetto

Il progetto è stato sviluppato durante il modulo di progettazione editoriale, con la docenza di Silvana Amato, presso il corso triennale di Graphic Design & Art Direction di Naba Roma. Non è stato candidato per altri concorsi, ma è stato presentato all’archivio Aamod di Roma.

Concept

Il progetto nasce dalla collaborazione con l’archivio Aamod di Roma. Tra i documentari proposti ci ha particolarmente affascinato le autrici “Essere Donne” di Cecilia Mangini, un documentario del 1964 incentrato sulla figura femminile e le sue difficoltà sociali.
L’idea alla base del loro percorso progettuale ruota attorno al concetto di svelamento: elementi come ritagli di porzioni di pagine, fogli traslucidi, rilegatura a vista concorrono a smascherare o nascondere determinati elementi, sorprendendo il lettore. Il progetto, principalmente a tre colori (bianco, nero ed azzurro, omaggio agli script originali battuti a macchina) consiste in un libro con 1) documenti originali e frame tratti dal documentario 2) inserti in cartoncino 220 g Fabriano tipo Tiziano color Marina che ne restituiscono l’aspetto sonoro 3) pagine in gsk traslucido 4) un fascicolo di otto pagine, rilegato in punto metallico, dedicato alla storia della censura che caratterizzò il documentario nel momento della sua pubblicazione.

Bio

Carlotta Nardi e Federica Vecchi si conoscono presso il corso di Graphic Design & Art Direction di Naba Roma nel 2019. Per il corso di progettazione editoriale con la docenza di Silvana Amato decidono di lavorare insieme selezionando il documentario conservato dall’Aamod Essere Donne (1964) di Cecilia Mangini. Entrambe di Roma, adorano la grafica editoriale, il branding ed il visual design.

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2020

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Gender Equality Index // Erica David, Giulia Zafferani

Descrizione progetto

Il progetto nasce come elaborato conclusivo del corso Digital Culture: Basil.JS, tenuto dal docente Ted Davis, nel Master ‘Visual Communication and Iconic Research’ della Basel School of Design. Con la libreria di Basil.js e la programmazione abbiamo sperimentato le possibilità Adobe Indesign.

Concept

Il progetto si basa sul database del Gender Equality Index, un progetto statistico dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere.
Questo indice è un indicatore composito che misura il concetto di uguaglianza di genere e, sulla base del quadro politico dell’UE, aiuta a monitorare i progressi dell’uguaglianza di genere nell’UE nel tempo.
Tema scelto poichè non ancora ampiamente discusso e per curiosità delle autrici di conoscere meglio la situazione europea.
L’elaborato si divide in cinque capitoli, che riflettono alcuni dei domini analizzati dall’Istituto (e.g. Digitalisation and world of work).
Attraverso un processo di sperimentazione visiva hanno visualizzato questi dati utilizzando diversi elementi visivi al di fuori dei soliti grafici e tabelle: linee, forme geometriche, tipografia e colori. La comparazione tra valore maschile e femminile aiuta a comprendere e interpretare le forme.

Bio

Visual designer di Settimo Torinese, una piccola città vicino a Torino. La curiosità è un modo per lei di osservare e sentire ciò che la circonda e l’ha sempre spinta verso il nuovo, aumentando la sua capacità di apprendere velocemente. Le piace sperimentare con diversi linguaggi visivi e si descrive come una persona energica, determinata e che non si ferma mai.

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2020

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L'attesa si fa Materia // Stefano Zappia

Descrizione progetto

L’Attesa si fa Materia è un libro che indaga le varie interpretazioni dell’attesa nel mondo dell’arte e della letteratura.
“L’Attesa” è esplorata attraverso le parole e le opere dei grandi esponenti della cultura europea del nostro secolo.

Concept

Proprio perché l’attesa è fatta di tempo che scorre, la copertina è rappresentata come uno dei primi strumenti per misurare il tempo: la meridiana.
In questo modo, il libro stesso traduce in modo concreto e tangibile il passaggio del tempo.In Italia, soprattutto nelle campagne e nei piccoli borghi rurali, non è difficile vedere sul muro di una chiesa o in un angolo soleggiato di una fattoria, questi affascinanti e silenziosi strumenti ancestrali.
Proprio da questa familiarità, è stato particolarmente stimolante tradurre questo sistema di linee e tipografia in chiave grafica.

Il processo concettuale ha preso come riferimento le opere di Lucio Fontana, artista italiano noto per i famosi “tagli” sulla tela, che per l’artista rappresentavano una pausa temporale in cui la materia cessava di esistere.
Nel libro l’autore ha invertito questo concetto, con la volontà di rappresentare in modo materiale lo scorrere del tempo e di rappresentare l’attesa in sé, allo stesso modo in cui scrittori e artisti hanno fatto attraverso le loro opere.

Anche la struttura e la sua organizzazione interna riflettono questo concetto: ognuno dei dodici capitoli è rappresentato come una delle dodici ore della meridiana.
Ogni capitolo indaga su un aspetto dell’attesa dal punto di vista di un artista o di uno scrittore, che attraverso la sua sensibilità ha tradotto questo concetto astratto in opere artistiche e letterarie.

Bio

Graphic designer e illustratore di Torino. Nei suoi progetti cerca sempre di combinare diversi stimoli, provenienti tanto dal graphic design quanto dall’illustrazione, con l’intenzione di raggiungere inedite soluzioni creative.L’unione di queste due discipline: da un lato gli aspetti innovativi e controllati della grafica dall’altra la natura spontanea e audace dell’Illustrazione, gli consente di costruire un dialogo costante tra l’innovazione del design contemporaneo e il pensiero riflessivo delle arti figurative.

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2020

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Easy Weapons // Alberto Allegretti

Descrizione progetto

Fanzine creata per il corso di Progettazione Editoriale della Naba, presente nel corso di Graphic Design & Art Direction.
È stato realizzato nel 2020 ed è la prima volta che viene mandato ad un concorso e/o esposto.

Concept

Easy Weapons è una fanzine che mostra sette casi di stragi avvenute in paesi in cui è facile comprare e ottenere armi da fuoco. Ogni sezione del progetto mette l’arma del delitto e le sue vittime l’una di fronte alle altre. Tramite il layout e i testi il lettore viene reso consapevole di ciò che significa avere delle leggi poco studiate.

Bio

Ha iniziato il suo percorso nella creatività in quarta elementare, con i graffiti. Da lì si è appassionato ai lettering. Il primo contatto con la grafica l’ha avuto proprio provando a digitalizzare uno dei miei bozzetti.Dopo cinque anni di liceo artistico ha scelto Milano come città in cui studiare. Qui gli si è aperto un mondo di possibilità e ha scoperto cosa significa veramente la parola creatività.

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