Editorial Design
2022

Gallery

Ephemera come Architettura: il caso Giorgio Wenter Marini // Raffaele Geronazzo

Descrizione progetto

Quella degli ephemera è una categoria di artefatti ancora ampiamente sottovalutata, dalla ricerca così come dalle istituzioni. Esigua è la letteratura a riguardo e il tema della loro catalogazione e conservazione all’interno di archivi e collezioni è ancora irrisolto. Per la loro natura, per le loro dimensioni, per il loro scarso valore economico, per il loro essere oggetti multipli o per la loro funzione temporale, si fatica a riconoscere il capitale informativo che questi oggetti materializzano, sia nel breve periodo in cui vengono consumati, sia nel loro “afterlife”, per la ricerca e la storiografia.
Essi sono la traccia sensibile di un evento passato, a partire dai quali, attraverso un’attenta analisi, è possibile ricostruire la struttura informativa, il network, l’architettura del contesto che li ha generati. L’evoluzione dei media, in particolar modo nel XX secolo, ha avuto un impatto indiscusso nella trasformazione dell’architettura e del suo dibattito, portando il nucleo del discorso oltre le mura dell’edificio, abbracciando temi e settori esterni alla disciplina.
Data la natura connettiva degli ephemera e data la possibilità del ripensamento che attraversa il termine architettura, la tesi si chiede se è possibile parlare di ephemera come architettura e, se sì, come essa funzioni. In seguito all’analisi teorica, vengono presi in esame gli ephemera presenti all’interno del fondo Giorgio Wenter Marini presso l’Archivio Progetti dell’Università IUAV di Venezia. Wenter Marini ha raccolto e conservato un gran numero di ephemera, che, alla luce della sua tensione per una progettazione totale, fungono da chiave di lettura del lavoro e della vita del progettista. Con il materiale archivistico selezionato, viene sviluppata un libro-mostra sul tema, intesa come strumento di studio utile a capire come si articola l’architettura di questi ephemera e come essi siano in grado di generare senso.

Concept 

Il progetto, sviluppato nella seconda metà del 2021 e concluso a maggio 2022, nasce dall’occasione della tesi di laurea magistrale presso l’Università IUAV di Venezia (relatore prof. Mario Lupano). Fresco di discussione, non è ancora stato esposto o pubblicato altrove.

Bio 

Formatosi tra l’Università IUAV di Venezia e l’Hochschule für Gestaltung di Karlsruhe, tra la comunicazione visiva e l’arte, quella di Raffaele Geronazzo (1995) è una pratica che utilizza la comunicazione visiva come mezzo per mettere in forma la ricerca. Il suo lavoro autoriale si incentra in particolare modo sul tema della comunicazione dell’architettura. Vive e lavora a Treviso.

Visita il profilo

Condividi il progetto
Editorial Design
2022

Gallery

Settantaquattro anni // Valerio Gelsomini, Elena Carboni

Descrizione progetto

Nel progetto editoriale è stata sfruttata la tecnica del monotipo per la realizzazione della copertina e di tutti gli inserti, poiché esteticamente è un richiamo alla trasandatezza e l’inquietudine. Inoltre abbiamo forato alcune pagine del libro affinché riprendessero visivamente l’idea di celle d’isolamento all’interno delle quali i pazienti venivano rinchiusi, queste forature capitano in concomitanza degli sguardi dei personaggi celebri della cultura di cui sono riportate le esperienze. In più abbiamo optato per una rilegatura svizzera, affinché desse l’idea di fragilità legata alla tematica della salute mentale e del manicomio come esperienza che indebolisce l’uomo alienandolo. Infine l’impaginazione è stata realizzata in modo da cadere su due pagine divise per richiamare lo scorrimento delle pellicole con cui i filmati originali sono stati realizzati.

Concept 

Il progetto è iniziato a Settembre 2021 grazie al corso accademico di editoria, il cui brief d’esame consisteva nell’estrapolare da un documentario dell’archivio Aamod di Roma a nostra scelta, degli spunti visivi da poter trasformare in un elaborato cartaceo che ne restituisse l’esperienza.

Bio 

Siamo due studenti del corso di Graphic Design & Art Direction di NABA, incontrati tra i banchi accademici. Prima di diventare bravi colleghi abbiamo scoperto di essere ottimi amici, ma se dovessimo trovare qualcosa che ci accomuni non lo sapremmo fare siccome abbiamo gusti ed interessi diametralmente opposti. Ciò che riteniamo di particolare ispirazione nel lavorare in team è il modo in cui riusciamo a completarci a vicenda e la nostra capacità di scendere a compromessi per trovare opzioni che possano soddisfare entrambi, conciliando due mondi estremamente distanti tra loro.

Condividi il progetto
Editorial Design
2022

Gallery

Il Bugiardino rivista // Sara Ferrini, Alexandra Chiojdeanu, Samuel Cima, Mariachiara Cocchiararo, Simone Contini, Riccardo Nanni, Alvise Romanzini

Descrizione progetto

32 facciate, 7 pieghe, 4 articoli e un poster sono il punto di partenza attorno a cui si sviluppa questo progetto editoriale indipendente. Il Bugiardino è una zine tascabile che riprende il formato del foglietto illustrativo per farne una rivista e raccontare di un’architettura fatta di quotidianità inaspettate. Per ogni numero viene individuata una parola attraverso la quale raccontare l’architettura in maniera interdisciplinare e con un linguaggio colloquiale. Un foglio piegato, nella cui parte scritta sono presenti parentesi quadre, che rimandano agli approfondimenti degli articoli che si trovano sulla pagina Instagram. Il digitale diventa quindi l’espansione del cartaceo e permette di comunicare gli eventi organizzati dalla rivista dove il Bugiardino, distribuito a mano, diventa un’occasione di incontro e dialogo in un mondo dove l’architettura è la quinta scenica all’interno della quale viviamo.

Concept 

Leggi attentamente questo foglio illustrato, potresti aver bisogno di leggerlo di nuovo.
– Cos’è il Bugiardino
Un foglio da dispiegare per avvicinarsi all’architettura

– Come utilizzarlo
Aprilo, piegalo, appendilo, incornicialo, regalalo ad un amico, scrivici sopra.

– Possibili effetti indesiderati
Potresti camminare a zig zag, a girovagare per i vuoti lasciati dalla città iniziando ad alzare ed abbassare lo sguardo per capire che poi i palazzi non sono tutti uguali. Ma stai attento a non inciampare.

– Come conservarlo

Dimenticalo, scordalo, perdilo. E poi ritrovalo. Mettilo nella borsa oppure nella tasca della giacca, lascialo in mezzo ad un libro o sul comodino.
Se vuoi facci sapere tu come lo conservi, ancora non lo sappiamo bene nemmeno noi.

Bio 

Il Bugiardino rivista nasce da un’idea di un gruppo di ragazzi e ragazze che giunti al termine del percorso di studi in Architettura e Design della Comunicazione ha sentito il bisogno di voler raccontare l’architettura in maniera innovativa, non accademica e sostenibile economicamente. Una sintesi in cui forma e contenuto si collocano sullo stesso piano di lettura per far diventare il Bugiardino rivista gratuita e tascabile.

Un progetto di Chiojdeanu Alexandra, Cima Samuel, Cocchiararo Mariachiara, Contini Simone, Ferrini Sara, Nanni Riccardo, Romanzini Alvise

Visita il profilo

Condividi il progetto
Editorial Design
2022

Gallery

Una Famiglia Contadina Sull'Altopiano del Salto // Francesco Ferretti

Descrizione progetto

L’obiettivo del progetto era quello di rielaborare in chiave moderna e sperimentale un testo pubblicato precedentemente al 1940 e il quale tema fosse connesso alla regione dell’Alto Adige. Il mio testo, che non aveva un vero e proprio nome originale, è stato pubblicato nel 1934 dall’Istituto Nazionale di Agricoltura e consisteva in un report estremamente dettagliato di tutte le attività connesse ad una famiglia contadina che viveva in un maso nel comune di Meltina, situato sull’Altopiano del Salto fra Bolzano e Merano. Il report consisteva in un puntiglioso elenco della varie mansioni e degli orari nei quali esse avvenivano, dei pasti, di tutti gli spazi presenti nel maso, dei compiti di ogni componente della famiglia, delle entrate, delle spese e di tutti gli oggetti che possedevano, il tutto attraverso elenchi, tabelle e grafici. Personalmente ho cercato di tradurre tutto questo attraverso linguaggi semplici ma allo stesso tempo appetibili e non noiosi attraverso l’utilizzo di colori e illustrazioni geometriche le quali vanno ad interagire con la tipografia, andando a mescolarsi con essa creando un rapporto di interazione fra le due parti che donano un certo ritmo all’intero lavoro. Ho inoltre inserito qualche feature alla tipografia, come punti ad ogni inizio di frase e frecce a fine di ogni fine/inizio di paragrafo per indicare dove essi proseguono.

Concept 

Questo progetto è nato come parte del corso di Tipography and Graphics sostenuto dal professore Antonino Benincasa ed è stato sviluppato a partire da Agosto 2021 per essere poi stampato a fine Settembre dello stesso anno. É stato esposto alla mostra locale “Comeback – Experimentelle Buchgestaltung” a Bolzano nella primavera 2022 ed è attualmente candidato ad Adi Index.

Bio 

Sono Francesco Ferretti, uno studente iscritto alla facoltà di Design e Arti alla Libera Università di Bolzano. I Miei lavori si concentrano nei campi della tipografia, dell’editoria design e del brand design attraverso un approccio pragmatico e il frequente utilizzo di forme geometriche e linee dritte. Mi piace tutto quello che riguarda la creatività, adoro il processo che vi è dietro la realizzazione di qualcosa di nuovo, amo ricevere input di ogni genere e farmi ispirare da loro. Al di fuori del design mi interesso di temi sociali, pratico sport, amo viaggiare a fare lunghe camminate in montagna.

Visita il profilo

Condividi il progetto
Editorial Design
2022

Gallery

Lo Spazio di Soraya // Noemi Emidi

Descrizione progetto

Il tipo di lavoro fatto con questa pubblicazione affronta temi complessi correlati alla sfera infantile e richiede impegno al lettore: non basta uno sguardo fugace, è necessario l’aiuto congiunto di piccoli e grandi per imparare e cambiare il proprio sguardo. Lo stile grafico-informativo adotta una piena campitura, per esaltare il messaggio, o particolari trame, che si ricollegano geograficamente ai luoghi visualizzati. Il layout è distribuito secondo tre attività conseguenziali della fase di lettura: 1. lettura e stimolazione 2. scrittura e pensiero creativo 3. visione e riflessione
Viene posta una domanda “ingenua” da cui si innesta la riflessione creativa. Lo spazio sottostante accoglie le risposte soggettive alla medesima, aprendo ad un confronto tra scrittore-personaggio-lettore. Il grafico adiacente permette di visualizzare un’astratta rappresentazione di informazioni legate al tema trattato dalla domanda.

Concept 

Il concept del libro nasce nel 2021 dalla volontà di spingere piccoli e grandi pensatori del domani a riflettere sull’enorme e vasto mondo in cui crescono e sulle infinite possibilità che questo offre loro. La critica della dataviz e la positività testuale si equilibrano, sono terreno di confronto.

Bio 

Cresciuta nelle campagne torinesi, poi partita per quelle toscane, sono un’esploratrice ed eterna curiosa prima ancora che progettista, la natura è per me una continua ispirazione di forme e materiali. Mi sono approcciata al mondo della ricerca nell’ambito materico e della comunicazione visiva come mezzo interpretativo di dati sensoriali olfattivi. Laureata come Designer, ora sono assegnista di ricerca in Design all’Università degli Studi di Firenze.

Visita il profilo

Condividi il progetto
Editorial Design
2022

Gallery

Oblio Mag // Riccardo De Capitani, Jacopo Nicosanti, Chiara Campagnuolo, Letizia Caroni, Ginevra Bracalente, Sabrina Barca, Erika Davidová, Carla Altomare, Benedetta Del Manto

Descrizione progetto

Oblio è un magazine che racconta il mondo del visual design da un punto di vista insolito: quello dei progetti mai realizzati o falliti. Il progetto nasce come attività didattica all’interno del modulo di Art direction II del biennio in Design della comunicazione presso la NABA, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.

Concept 

Il curatore e critico d’arte Hans Ulrich Obrist afferma che il racconto della non realizzazione delle idee è effettivamente la loro realizzazione. Egli definisce l’importanza della riconsiderazione dei «progetti perduti, costruzioni poetiche di sogni utopici, progetti parzialmente realizzati, progetti censurati» prima che quest’ultimi possano cadere nell’oblio. Esplorare l’archivio che non c’è significa riflettere sull’eredità del passato per costruire il futuro. La memoria, il rifiuto, il fallimento come base di indagine sulla cultura contemporanea: Oblio Mag, attraverso il racconto di alcuni studi e designer, si concentra su idee progettuali che, per diverse ragioni, non hanno preso vita. Anche se il progetto non ha mai trovato una sua concretizzazione, esso ha comunque subito un’evoluzione che lo ha condotto ad una qualunque tipologia di risultato. Porsi delle domande è fondamentale: dalle possibilità fallite nel passato è necessario trarre degli insegnamenti da considerare come risorsa futura.

Bio 

Il Collettivo Oblio nasce durante il modulo di Art direction II del biennio in Design della comunicazione presso la NABA, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. È composto da nove studenti con la passione per il design, per l’arte, per il marketing e per la scrittura.

Visita il profilo

Condividi il progetto
Editorial Design
2022

Gallery

Resew Journal // Luca Dal Ben, Giulia Zago, Camilla Romano, Lucrezia Spapperi Gestri, Davide Saladino,Andrea Benedetto

Descrizione progetto

Resew Journal, magazine a carattere sociale, mette in mostra lo status quo, in cui lo stato sociale, accecato dalla corsa alla privatizzazione e alla deregolamentazione, sta paradossalmente favorendo l’espansione di questa nuova classe emergente, il precariato. Focalizzando l’attenzione sui Paesi dell’OECD, ogni numero affronta una particolare area di intervento delle politiche di welfare e presenta due avversità cruciali attualmente affrontate da numerose nazioni. Per ognuna di esse, una serie di articoli abbinati procede attraverso una narrazione in cui vengono evidenziati alcuni dei sintomi principali, vengono sollevate alcune delle loro conseguenze e, infine, vengono prese in esame alcune misure rilevanti, adottate dal settore pubblico o fiscale e dal settore civile, sottolineando come le persone stiano formando un’identità forte e collettiva, colmando le lacune che lo stato sociale spesso non riesce a riconoscere.

Concept 

Resew Journal è un progetto universitario realizzato al Politecnico di Milano nel 2022 all’interno del Laboratorio di Artefatti e Sistemi Complessi, il cui obiettivo era la progettazione di un magazine indipendente che riflettesse sulla disuguaglianza in uno dei temi assegnati, in questo caso il welfare.

Bio 

Mi chiamo Luca Dal Ben, ho 23 anni e vengo dalla provincia di Treviso; ho frequentato la triennale in Design degli Interni al Politecnico di Milano e attualmente frequento il 1° anno di Laure Magistrale in Design della Comunicazione presso la stessa. Il progetto è frutto del lavoro di un gruppo universitario del Laboratorio di Artefatti e Sistemi complessi del Politecnico di Milano.

Visita il profilo

Condividi il progetto
Editorial Design
2021

Gallery

Augmented Reality Instagram Filters // Teresa Cremonesi

Descrizione progetto

Il progetto nasce dalla volontà di approfondire un nuovo strumento del mondo digitale, ancora poco esplorato: i filtri Instagram AR. L’applicazione di queste modifiche facciali basate su algoritmi infatti sta modificando nell’utente la percezione della propria immagine. È possibile accedere a versioni alterate di sé in maniera gratuita trascendendo le limitazioni fisiche e mentali. La diffusione globale di questa tecnologia ha stimolato diversi dibattiti: dalla standardizzazione visuale, alla diffusione di stereotipi e canoni estetici. Nello specifico l’elaborato pone particolare attenzione sull’identificazione delle caratteristiche principali delle estetiche in circolazione tra i filtri, analizzandone dinamiche di diffusione e di utilizzo. I filtri AR infatti, stanno ridefinendo standard di bellezza proponendo visioni innovative o confermando canoni che assecondano aspettative irraggiungibili, incoraggiando la dismorfia del corpo. La ricerca mira a fornire una panoramica di questo fenomeno, attraverso un’analisi visiva di immagini, filtri e post di Instagram. L’obiettivo è quello di definire e comunicare il ruolo dei filtri nella percezione dell’identità personale e nella diffusione di estetiche.

Concept 

Il progetto è stato realizzato in occasione della Laurea Magistrale presso il Politecnico di Milano. Si tratta di un’ analisi visiva che è stata tradotta in un progetto editoriale ed un sito internet. Lo sviluppo dell’elaborato è durata circa un anno ed è stata l’occasione per approfondire la passione per il mondo della visualizzazione dati. Il progetto non è stato ancora candidato ad altri concorsi.

Bio 

Originaria di Roma da sempre appassionata di grafica. Dopo gli studi liceali mi sono trasferita a Milano per studiare Design della Comunicazione al Politecnico di Milano. Negli anni universitari ho avuto modo di approfondire diversi campi del visual design spaziando dall’ambito editoriale a quello digitale sino ad arrivare al mondo della visualizzazione dati. Il progetto di tesi di laurea magistrale è il lavoro che rappresenta di più l’unione di diverse discipline della comunicazione visiva e la sperimentazione di nuovi linguaggi. Dopo la laurea ho continuato a lavorare nell’ambito del digital design.

Visita il profilo

Condividi il progetto
Editorial Design
2021

Gallery

Venezia Manifesto // Giovanni Covre, Giovanni Bettinelli, Simone Salcuni

Descrizione progetto

Il progetto ruota attorno a una peculiarità di Venezia: i sestieri. La città è infatti divisa in sei sestieri (Cannaregio, Castello, Dorsoduro, San Marco, San Polo e Santa Croce), ciascuno dei quali è stato rappresentato da una bandiera appositamente disegnata. Una volta realizzate le bandiere si è deciso di recarsi nella città lagunare per fotografare le persone caratteristiche del luogo mentre interagivano con le bandiere stesse. Da questo viaggio, da questa esperienza immersiva nella realtà veneziana è nata la pubblicazione di Venezia Manifesto, la prima fase di un progetto in costante evoluzione, che vive, muta e cambia forma, proprio come la città.

Concept 

Venezia Manifesto è un progetto di Giovanni Covre e Outofcontetxt* che nasce con l’intenzione di celebrare il valore dell’uomo a Venezia e di promuovere l’unicità della città. La prima parte di questa esperienza si è conclusa con la pubblicazione di un libro che, attraverso le fotografie di Christian Kondic, racconta i sestieri, i gesti e le persone che caratterizzano Venezia; sviluppandosi come una riflessione sul modello di vita dell’isola.

Bio 

Giovanni Covre è un designer freelance che si occupa di comunicazione visiva applicata all’editoria e ai media digitali. Collabora con studi, enti privati e associazioni culturali, sviluppando progetti di ampio respiro che spaziano dalla direzione artistica, alla grafica tradizionale, al web design, all’animazione. Outofccontext* è uno studio indipendente di design e direzione creativa con base a Milano. Lo studio si serve della ricerca per apprendere il valore potenziale intrinseco in ciò che lo circonda e restituirlo attraverso la disciplina progettuale, nella forte convinzione che il progetto, in tutte le sue forme, debba essere uno strumento di comunicazione e di emozione al servizio delle persone della loro generazione.

Visita il profilo

Condividi il progetto
Editorial Design
2022

Gallery

Street Font // Davide Consolo

Descrizione progetto

Il progetto di street font ha come tema principale il processo creativo per disegnare un typeface attraverso forme esistenti in mezzo a noi. Spesso mentre sono in giro per le città, o in luoghi che ogni giorno vengono frequentati in maniera abituale dalle persone, mi fermo ed osservo molto. Questo mi aiuta nel processo creativo da molti punti di vista. Essendo un designer amo osservare ciò che mi sta attorno, sia per i visual ma anche per le forme ed in questo progetto ne ho voluto dare la prova. Molti dei font che disegno vengono creati in base ad un concept che vada a rappresentare in maniera identitaria ciò che sto progettando. In questo caso ci ritroviamo difronte a delle forme trovate per strada e fotografate da me con il telefono, in maniera molto istintiva, successivamente da queste forme ho creato le lettere, ognuna è diversa tra loro e può rappresentare l’inizio di un nuovo font in base allo stile di quella stessa lettera disegnata.

Concept 

Questo progetto l’ho creato esclusivamente per l’open call di Neologia ed ho iniziato non appena ho saputo della seconda edizione. Nasce in primis da una mia forte passione per le lettere e i font. Mi è sempre piaciuto pensare a come certe forme che mi circondano potessero assumere le sembianze delle lettere, ispirandomi così per nuovi typeface.

Bio 

Mi chiamo Davide, Sono un graphic designer freelancer. Ho studiato communication design allo IAAD di Bologna. Sono appassionato di type design e di fotografia. Viaggio molto spesso e grazie a questo riesco a trovare una grande ispirazione nei miei progetti!

Visita il profilo

Condividi il progetto