Editorial Design
2022

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Reflections of architecture // Erica Ciuffreda

Descrizione progetto

Come si può intuire dal titolo “Reflections of architecture”, il soggetto principale del progetto è l’architettura, la quale costituisce la cornice che tiene insieme tempo, spazio e forma e che consente di aprire un dialogo e una riflessione sulla contemporaneità, l’esperienza umana e i sensi. La necessità di creare questo progetto nasce dalle difficoltà che ho incontrario personalmente nel trovare materiale scritto e fotografico che rappresentasse l’architettura da un punto di vista filosofico ed empirico, piuttosto che da un punto di vista meramente tecnico. Il mercato è ormai saturo di informazioni tecniche sull’architettura e di immagini di palazzi iconici creati da “Archistar”; quello che manca realmente è un approccio umano e olistico all’architettura. Il progetto “Reflections of architecture” propone pertanto un’esperienza che devia dal discorso tradizionale sull’architettura, spostando il focus dall’oggettività alla soggettività. Attraverso tre pubblicazioni, “Reflections of architecture” offre un percorso attraverso l’architettura che coinvolge tutti i sensi, con l’obbiettivo di far fermare il lettore, farlo riflettere e fargli fare esperienza diretta dell’immobilità e della calma del tempo presente in tutta la sua eterogeneità e complessità. Il lettore è invitato ad interagire con le pubblicazioni e il modo non convenzionale in cui sono piegate, con lo scopo di essere più presente nel momento e notare gli stimoli visivi, le sensazioni tattili dello sfogliare le pagine e i suoni provenienti dall’ambiente circostante, interno o esterno. Le tre pubblicazioni presentano lo stesso formato, differenziandosi leggermente a livello di contenuti. Nello specifico, Black Issue (Numero Nero) affronta il tema dell’architettura come un’esperienza olistica che coinvolge vista, tatto, udito e che ha luogo nel contesto urbano della città. Grey Issue (Numero Grigio) si concentra inizialmente sul concetto di immagine poetica come immagine di liberazione, in opposizione all’immagine commerciale come immagine di oppressione. Questo numero esplora poi l’architettura come immagine ed indaga la relazione tra architettura e corpo. White Issue (Numero Bianco) è pensato invece come un archivio fotografico e raccolta di varie impressioni e riflessioni sull’architettura e la città. Il layout utilizzato in questo numero è più libero, con maggior presenza di spazi bianchi, che danno respiro alle pagine, in opposizione complementare ai numeri precedenti, più densi di informazioni e testo. Oltre al linguaggio tipografico, un’altra componente fondamentale delle pubblicazioni è la fotografia, la quale va a completare e ad aggiungere alla selezione di saggi. Sull’uso dell fotografia nell’architettura si potrebbe argomentare che rappresentare l’architettura attraverso le lenti di una macchina fotografica riduca l’architettura a semplice arte retinica, che eleva la vista come senso più importante, a discapito degli altri sensi. Inoltre, si potrebbe aggiungere che in una fotografia l’architettura perde la sua plasticità. Io credo però che sia possibile catturare la tridimensionalità, la plasticità e le sensazioni tattili attraverso la fotografia, la quale non è a servizio della sola estetica, ma riesce a dare vita e voce agli edifici. Lo scopo delle mie fotografie è quello di catturare frammenti, angoli, momenti di luce e ombra, linee e forme che tutte insieme creano una visione di uno spazio sconosciuto, ma che possiede la giusta atmosfera e condizione per rallentare il tempo e favorire un’esperienza profonda e significativa. Ho inoltre deciso di scattare in analogica per applicare il principio della lentezza ad ogni componente del progetto. Come dice la fotografa Hélène Binet, “con l’analogica si percepisce la vita” e possono verificarsi errori nell’esposizione o nella messa a fuoco che ti trasportano in un posto in cui non eri mai stato, aggiungendo una componente umana alla fotografia. Il progetto ha il potenziale di parlare ad un pubblico variegato di persone che condividono un interesse nell’arte e nell’architettura. Sebbene la natura degli scritti sia di carattere filosofico e riflessivo, grazie al modo in cui le pubblicazioni sono piegate, esse possono essere approcciate anche solo come cataloghi fotografici, pertanto possono essere apprezzate da studenti delle scuole superiori così come da accademici e professori. Il modo in cui le pubblicazioni sono piegate è pensato proprio per permettere al lettore di leggerle in almeno due modi diversi: quando la pubblicazione non è completamente aperta sono visibili solo le fotografie, mentre quando la pubblicazione viene aperta completamente, il testo viene rivelato, aggiungendo un altro livello di complessità. È presente però una componente di imprevedibilità in come il lettore interagirà con l’oggetto fisico, pertanto questa interazione potrebbe generare nuove combinazioni e modi di lettura delle pubblicazioni. Il formato è pensato per fare in modo che il lettore esplori le pubblicazioni con lentezza e con intenzione, dato che la struttura non è così immediata come quella di un normale libro.

Concept 

Reflections of architecture è stato realizzato nei primi mesi del 2022 come progetto di tesi per il corso di laurea triennale in Graphic Communication Design alla University of Westminster di Londra. Il progetto è composto da tre pubblicazioni, le quali affrontano temi legati all’architettura e i sensi attraverso fotografie in bianco e nero (scattate in analogica da me personalmente) e una selezione di saggi estrapolati dai libri dell’architetto e filosofo Juhani Pallasmaa. Il progetto è nato da una ricerca personale sul concetto di “slowness” (lentezza) applicato a pratiche artistiche contemporanee come architettura, fotografia e arte. Questa ricerca iniziale ha portato ad una successiva ricerca più dettagliata sul tema dell’architettura legata ai sensi. Il concetto di lentezza è infatti strettamente legato ai sensi: agire con lentezza affina i nostri sensi, i quai elevano la nostra percezione del tempo e dello spazio e ci consentono di essere presenti nel momento senza soccombere alle dinamiche accelerate dell’epoca in cui viviamo. Ho scelto di trasformare questa ricerca in un progetto editoriale, e non digitale, perché un oggetto stampato, così come l’architettura, possiede una fisicità e tridimensionalità che può venire a mancare in un ambiente digitale. Inoltre, interagire con un oggetto fisico coinvolge e stimola maggiormente i sensi. Attualmente il progetto non è stato candidato per altri concorsi e non è ancora stato esposto. Verrà esposto a Giugno 2022 alla Graduation Show alla University of Westminster e a Luglio 2022 all’evento New Designers che si terrà a Londra.

Bio 

Sono Erica Ciuffreda, una giovane laureata in Graphic Communication Design alla University of Westminster a Londra. Dopo aver studiato al Liceo Linguistico in Italia, nel 2019 mi sono trasferita a Londra per proseguire gli studi in Graphic Design, per il quale sentivo di avere una forte passione. Sono una persona molto determinata, curiosa e riflessiva, amo condividere, imparare e sperimentare. In questi anni di studio mi sono appassionata alla tipografia, all’arte e alla fotografia, discipline che dialogano spesso nei miei lavori attraverso un approccio minimale al design. Come designer, il mio obiettivo è quello di creare uno spazio dove il linguaggio visivo e l’emozione convivano, attraverso uno stile pulito e minimale. Cerco di spingermi sempre oltre la sola bellezza estetica e di creare qualcosa che lasci il segno e generi cambiamento. Inoltre, il mio approccio innovativo e delicato alla tipografia mi ha permesso di ricevere una menzione di Merito e la qualifica di membro della International Society of Typographic Designers (ISTD) con la mia pubblicazione “Invisible Cities”. Attualmente lavoro volontariamente come Designer Editoriale per il magazine The Movement Movement, il primo magazine indipendente creato da donne per donne nel mondo dello sport. Lavorare al magazine mi ha portato a collaborare con un meraviglioso team di donne creative, facendomi carico di tutte le scelte riguardanti il design del magazine e avendo la possibilità di inserirmi nel panorama dei magazine indipendenti, per i quali nutro una forte passione. Il mio sogno, infatti, sarebbe lavorare come grafica nel mondo dell’editoria. Recentemente ho inoltre collaborato come Designer Grafica per un brand di moda di lusso, creando loro il logo e l’identità visiva. Questa esperienza mi ha insegnato come applicare le mie capacità in diversi contesti e mi ha insegnato come entrare in contatto con vari brand.

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2022

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Censura. Commissione per la revisione delle opere cinematografiche // Caterina Cerni

Descrizione progetto

Indagine sul meccanismo di Revisione Cinematografica (un tempo definito Censura). Per la realizzazione del progetto è stata visitata la sede fisica della Revisione Cinematografica, situata a Roma. Sono state intervistate diverse persone dell’ambito e visitati gli archivi presenti in sede.
Realizzato dall’autrice durante il corso di Progettazione per l’Editoria – tenuto da Leonardo Sonnoli e Irene Bacchi – presso ISIA U / Biennio Magistrale in Comunicazione e Design per l’Editoria.

Concept

Focus del progetto è il controllo che lo Stato italiano attua sulla proiezione delle pellicole cinematografiche, in un contesto socio-culturale in cui il World Wide Web è il principale veicolo di contenuti multimediali.

Bio 

Caterina Cerni si occupa di visual ed editorial design, dedica la sua ricerca alla comunicazione del patrimonio culturale.

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2021

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Sottovoce // Letizia Agosta, Aurora Antonini, Camilla De Amicis, Federica Inzani, Federico Meani, Sara Zanardi

Descrizione progetto

Parole, volti, sguardi. Sono tanti quelli che si incontrano e sono tanti quelli che spesso rimangono sottaciuti nella maglia del quotidiano. Sottovoce è un magazine indipendente con un’indole confidenziale che si insinua negli interstizi delle storie altrui per coglierne le emozioni sottopelle facendole vibrare davanti agli occhi di chi le legge.
La rivista si propone di scandagliare le intime pieghe della vita delle persone più comuni nella trama del loro tessuto urbano. Racconti, fotografie e testi che dialogano con la poesia del quotidiano per restituirne la cifra più antropologica, il carattere straordinarimente ordinario che palpita nella narrazione silenziosa di racconti sbottonati sottovoce.
Una raccolta tematica di ritratti squisitamente umani che si relazionano al territorio costituendone la parte più rappresentativa, esplorati attraverso undici scenari urbani ispirati alle undici celebri Città Invisibili di Italo Calvino. L’autore cubano infatti scrive “Le città sono luoghi di scambio, scambi di parole di desideri, di ricordi” e di questi Sottovoce vuole esserne la più puntuale e profonda radiografia.
Undici issue dunque, ognuna delle quali sarà composta da storie di una bellezza fatta di abitudinarietà, scelte in base alla tematica presente nel libro e riferita alla città: desiderio, memoria, segni, sottili, scambi, occhi, nome, cielo, morti, nascoste, continue. Il magazine, ad uscita semestrale, nell’alternarsi ritmato di articoli, interviste e galleries dà voce alle parole delle sottovoce, ai volti sconosciuti, agli sguardi della più affascinante normalità umana.

Concept 

Sottovoce è nato nel 2021 durante un laboratorio di artefatti complessi presso il Politecnico di Milano in Design della Comunicazione. L’idea è nata dalla volontà di voler raccontare in modo autentico che cosa succede nel viavai quotidiano che ci circonda ogni giorno. Il magazine non è stato esposto in nessuna altra occasione ma speriamo di poterlo esporre nella città di Rimini , soggetto cardine del progetto editoriale.

Bio 

Siamo un gruppo di designers laureati al Politecnico di Milano. Ci siamo affacciati al mondo dell’editoria durante un laboratorio e abbiamo deciso di farlo volendo far parlare le città che ci circondano, quelle in cui siamo nati. Ci piace sperimentare ed indagare nuovi orizzonti progettuali per restituire le storie che ci vengono intimamente raccontate.

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Editorial Design
2021

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Insetti. Appunti di errori digitali // Matteo Beda

Descrizione progetto

Insetti è un ricerca visiva che vuole riportare quasi tutti i bug grafici, in particolare quelli più pazzi, che si sono generati nell’arco di cinque mesi all’interno di InDesign.
Questa ricerca nasce dalla voglia di leggere in modo antitetico episodi normalmente percepiti come problematici, elevandoli a eventi degni di stupore e di essere condivisi, impedendogli di scomparire tra il codice che li ha generati.
La scelta di trasformare questa ricerca in un prodotto editoriale sottolinea l’antiteticità tra medium analogico e appunti visivi frutti di un linguaggio digitale. Le immagini sono quindi riportate a piena pagina come una sequenza di file tangibili e sfogliabili all’interno della cartella che è la pubblicazione stessa.

Concept 

Insetti nasce nel 2021 durante i mesi di tirocinio in Otium Studio, dalla mia curiosità e stupore nel vedere generarsi sotto i miei occhi, attraverso bug di InDesign, forme grafiche che ritenevo interessanti e degne di essere raccolte. Questo piccolo progetto editoriale non è mai stato candidato ad altri concorsi o esposto.

Bio 

Nato a Padova nel 1999, vivo in via ragazzi del ’99. Quando lavoro ad un progetto mi impegno al 99% per unire tecnica, ricerca e sperimentalità. Laureato BA in design del prodotto e comunicazione IUAV nel 2021.

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Editorial Design
2021

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G_347 // Erica Brandi, Nicola Parise, Maximilian Obexer

Descrizione progetto

La storia – raccontata attraverso il diario del protagonista – è stata costruita attraverso eventi significativi che contraddistinguono la società e la vita del protagonista; il tutto all’interno di un arco temporale di 200 anni. Le “tracce” – il metodo utilizzato dal libro di archivio per ritracciare la vita di Julian – sono state realizzate attraverso diversi metodi; ogni partecipante, infatti, ha prodotto individualmente e collettivamente un numero di testi, fotografie, modellazioni 3D, packaging e design di interni. Il libro è stato rilegato con brossura svizzera ed è stato posto in una custodia di cartone, disegnata per mostrare i dati del caso sulla copertina e il timbro dell’Archivio. La custodia ed il timbro sono entrambi stati realizzati con macchine CNC.

Concept 

Il progetto nasce dall’interesse comune di ogni partecipante di creare un mondo immaginario ambientato in un futuro prossimo, con l’obiettivo porre prospettive diverse e personali riguardo temi quali tecnologia, ambiente, salute e sistemi totalitari. G_347 è un caso di studio fittizio condotto dall’Archivio Mondiale Ripristino e Salvaguardia della Conoscenza, che descrive e analizza le tracce di una persona vissuta prima dell’Incendio. Dopo questo attacco informatico ai server globali, tutti i dati digitali sono stati cancellati. Per questa società – ormai completamente guidata dalla virtualità e dalla digitalizzazione – l’attacco significa la sua fine. Gli oggetti appartenuti a Julian Bosko – il caso G_347 – sono stati fotografati e contestualizzati dall’Archivio più di un secolo dopo l’Incendio, con l’obiettivo di ricostruire la sua vita e, in qualche modo, la società in cui ha vissuto. La stessa procedura è stata attuata per tutti gli individui che possedessero ancora oggetti di natura materiale.

Bio 

Erica Brandi è nata a Borgo Valsugana, un piccolo paese in Trentino – Alto Adige. Film, giochi e libri la hanno sempre appassionata; ha un particolare interesse nella creazione di ambienti e mondi da esplorare e in cui immergersi. Durante i suoi studi presso la Facoltà di Design della Libera Università di Bolzano, ha sviluppato le competenze necessarie per l’utilizzo di diversi media attraverso corsi di Tipografia, Modellazione 3D, Video-Editing e Fotografia e Grafica.

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Editorial Design
2021

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Caroselli sul Divorzio // Maria Rosaria Abagnale, Maria Consuelo Bonfà

Descrizione progetto

Il tema del libro, così come quello del corto, è il divorzio, è il matrimonio, è il voto. In particolare è il referendum sull’abrogazione della legge sul divorzio del 1974. Ci troviamo in un momento difficile per l’Italia, in cui pochi anni prima del referendum era stata fatta una legge a favore del divorzio, e nel 1974 quella stessa legge ha tentato di essere eliminata.
Il nostro progetto prende il nome dall’omonimo filmato che è stato quello che ci ha colpito di più fin da subito. Caroselli sul Divorzio è una serie di spot che invitano a votare “NO” al referendum sull’abrogazione della legge sul divorzio. Noi l’abbiamo trovato interessante poiché parla di una tematica delicata per il pubblico italiano, in maniera alquanto ironica e teatrale. Un’altra cosa che ci ha colpito è stata la partecipazioni di artisti e personaggi molto influenti che hanno preso anche una posizione rispetto al tema del divorzio.
Quindi nei capitoli abbiamo cercato di cogliere il più possibile l’essenza ironica e colorata del tono di voce utilizzato dai registi, in più il corto era uno dei pochi a colori ( la maggior parte della selezione erano in bianco e nero). Partendo dalla copertina, abbiamo utilizzato la scheda elettorale originale utilizzata nel 1974 per votare, per dare un indizio sull’argomento ovvero il voto, e riportare alla memoria l’evento in modo immediato, per chi l’ha vissuto. Le risguardie sono un pattern creato da noi che raccoglie dei ritagli di NO dei manifesti di propaganda che si è fatta durante il periodo di campagna sul referendum. L’intento del corto non è quello di raccontare una storia, è quello di parlare direttamente al pubblico senza mezzi termini.
Il “NO” è marcato più volte proprio perché il modo in cui è stato formulato il referendum creava confusione nel pubblico. Visto che i caroselli sono cinque, abbiamo diviso la prima parte del libro in cinque capitoli con la stessa struttura, ciascuno dedicato ad un carosello. Ogni capitolo ha una moodboard, un riassunto di quella che è la trama del carosello , una palette colori, documenti rilasciati dall’ufficio cinema del Partito Comunista Italiano, un inserto colorato, un inserto interattivo e la biografia del personaggio celebre se presente.
L’inserto interattivo alla fine di ogni capitolo è la parte più importante, perché è un richiamo a votare (il NO), ciò che i caroselli invitano a fare ripetutamente. Sulla base di questa solida struttura, c’ è un flusso molto libero che contiene sovrapposizioni tra testo, più specificamente i copioni degli attori, documenti, e frames, per non perdere l’idea di “movimento” della cinematografia.
Oltre a raccontare i caroselli, abbiamo pensato che fosse necessario fare una panoramica del contesto storico approfondendo la faccenda del referendum. Abbiamo ricercato e selezionato i documenti storici più rilevanti cercando di ricostruire la vicenda in ordine cronologico: appunti sulle conferenze, poster e volantini di propaganda, documenti autentici (modulo raccolta firme per referendum, foto di conferenze), le foto della sera della vittoria del NO, le testate giornalistiche, le conseguenze etc. Per concludere tutto volevamo mostrare quanto era popolare e sentito il discorso sul divorzio attraverso la rappresentazione di esso in alcuni dei film più importanti della storia del cinema italiano, anche per ricollegarci al concetto di film.

Concept 

“Caroselli sul divorzio” è la trasformazione cartacea di un corto propagandistico del 1974, “Caroselli sull’abrogazione del divorzio” con la regia dei maestri Ugo Gregoretti, Andrea Frezza, Ettore Scola e Luigi Comencini. Il libro è nato per via del corso di Progettazione Editoriale del triennio di Graphic Design e Art Direction alla NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) di Roma. L’esame del corso consisteva nel trasformare un lungometraggio / cortometraggio, scelto tra una selezione messa a disposizione dall’ AAMOD (Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico), in un progetto editoriale sperimentale. In poche parole si trattava di adattare un film a un libro. Verso Marzo 2021 il libro è stato stampato e ha concorso ai Naba Communication Awards lo stesso anno, vincendo il primo premio per la categoria “Editorial Design”.

Bio 

Saria e Consuelo sono due studentesse della NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) laureande in Graphic Design & Art Direction. Le accomuna la forte passione per l’editoria e l’arte eccentrica, ogni lavoro è uno specchio della loro personalità: colorata, sperimentale e vivace. Insieme hanno collezionato progetti di Editoria, Branding, Art Direction, Advertising, e Grafica. Il progetto “Caroselli sul Divorzio” ha vinto il primo premio nella categoria “Editorial Design” ai Naba Communication Awards 2021, un prize interno all’accademia NABA.

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Poster
2021

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Freedom Poster // Gian Gabriele Zironi

Descrizione progetto

non so come si possa definire questo stile. oltre ad aver sperimentato la tecnica di questo stole molto particolare, ho anche sperimentato un nuovo programma chiamato pixalmator pro: photoshop ma proprietaria della apple.

Concept 

è stato creato a gennaio del 2021. è nato da una voglia mia interna di esprimere quel che sto cercando da anni, ma che non mi è mai stato possibile. non è stato mai esposto, ma lo vedrei benissimo nella mia stanza come poster attaccato al muro.

Bio 

ciao, sono gian gabriele. vengo da bologna, studio design ormai da un anno come autodidatta e mi sto appassionando al mondo della brand identity.

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Poster
2022

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S. Y. Agnon - Typeface // Agostino Toriello

Descrizione progetto

Con la creazione del Typeface e del conseguente Poster illustrativo, ho cercato di produrre qualcosa con senso pratico e di uso comune. Un carattere può essere utilizzato da qualsiasi persona per qualsiasi necessità creativa o più pragmatica. Questa grande utilità che assume mi sembrava l’esempio perfetto per raccontare il personaggio. Le forme e gli stili grafici del poster, poi sono essenziali, ridotti, sintetici. Non ho voluto distogliere l’attenzione dello spettatore, soprattutto, contrapposto ai caratteri “wonky” e arabeggianti dei font, ho dato personalità ai segni senza poi esagerare nell’illustrazione. L’essenziale per un corretto utilizzo, per raccontare i valori per i quali davvero vale la pena lottare che possono ridursi davvero a pochi a volte.

Concept 

Il tutto nasce alla scoperta del personaggio di Shmuel Yosef Agnon, ebreo nato nell’allora impero asburgico a Galizia che oggi chiamiamo Bučač in Ucraina. I numerosi viaggi di questo scrittore, restituiscono alle sue opere due atmosfere contrastanti, da un lato il misticismo raccontando epoche d’oro spirituali, dall’altro lo humour mentre critica il presente arido e desolante. Di questa figura mi ha affascinato il fatto che adesso potrebbe incarnare davvero l’essenza della persona “ripudiata”. Ucraino, ebreo e la sensibilità dello scrittore, valori che adesso si contrappongono alle esigenze materialistiche e potrebbero sminuire qualsiasi personalità e carattere. Lui però non la pensava così, infatti ha vinto un Nobel per la Letteratura e i suoi scritti sono opere emozionanti da tramandare di generazioni.

Bio 

La carriera artistica inizia quando dopo svariate mostre in collettiva nella propria città, riesce a realizzare una Personale e a vendere le sue prime opere. Il genere svariava dal Dripping al disegno di forme geometriche delineate, con tratti decisi ma con una forte connotazione grunge. Dopo esperienze maturate nel ramo del design per la tipografia e la stampa, si specializza nel settore digitale perfezionando le proprie competenze nell’ambito del design per interfaccia e sviluppo web, famigliarizzando con i concetti comunicativi digitali di User Experience. Questo porta ad approfondire diversi rami del Visual Design come il Typography design, il Motion design, la Poster-Art e le Digital-Art generiche. Attivo oggi come designer a tempo pieno, si dedica a sviluppare progetti personali e crescere nello studio della morfologia e la psicologia delle forme.

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Poster
2022

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NONBINARYCODE // Jessica Tonelli

Descrizione progetto

“L’identità di genere è il senso di appartenenza di una persona a un sesso e a un genere (maschile, femminile o non-binario) con cui essa si identifica.” Il progetto “Non – Binary Code” interpreta – in chiave concettuale e ironica – il tema dell’identità non binaria e della fluidità di genere, cercando di evidenziare quante possibilità diverse esistano. L’utilizzo del codice binario – inteso come simbolo di infinite combinazioni – rimanda all’idea di quanto siano variabili, oltre che molteplici, i potenziali modi di identificarsi. In questo caso, la sequenza di numeri utilizzata si tradurrebbe, appunto, in “Non – Binary”. (ironico eh, codice non binario che dice non binario) Il movimento da cui è pervaso il codice vuole rappresentare la fluidità, la capacità di appartenere o non appartenere a un genere, a più, o a nessuno; in assenza di qualsiasi rappresentazione obbligata. I tre cerchi di colore nel poster, oltre che una ruolo grafico, rivestono il simbolo delle tre macro categorie, uomo, donna, non-binary, nelle quali è possibile ritrovarsi.

Concept 

NONBINARYCODE nasce appositamente come progetto per questo concorso. Vedendo l’annuncio della partecipazione ho iniziato la ricerca di un tema, di un qualcosa da rappresentare, che avesse un significato importante e cosa di meglio di una tematica che riguarda me personalmente e tantissime altre persone nella società?

Bio 

Sono Jessica, ho 24 anni, originaria dell’Abruzzo, attualmente vivo e lavoro a Milano, come Visual Designer, presso un’agenzia di comunicazione. Nell’ottobre dello scorso anno mi sono laureata in Grafica Pubblicitaria presso la UED | Università Europea del Design. Oltre la passione per il Visual Design nutro un forte interesse per l’arte contemporanea e concettuale e per l’architettura. Nei miei progetti tendo a rielaborare in chiave concettuale i temi trattati al fine di spingere l’osservatore a cercare il significato intrinseco, provando a far capire come sono arrivata a determinati ragionamenti.

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Poster
2021

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Be(e)ing Alive // Chiara Spagnoli

Descrizione progetto

Be(e)ing Alive suggerisce la figura di un apicoltore coperto dalle sue api.
Questa l’unione vincente del Documentario che descrive il legame tra uomo e insetto come una simbiosi ideale in grado di combattere lo stato di immobilità causato dalla Pandemia nel 2020. L’Uomo Alveare simboleggia una figura eroica.
Un uomo forte quanto un alveare intero. Il lavoro è espresso in tecniche digitali con una soluzione policroma di giallo e nero, colori simbolici che costituiscono un chiaro riferimento non solo all’ape, ma anche ad indumenti e scene ricorrenti nel Documentario, dove si alternano momenti grigi della città di Latina a scene luminose, girate nelle campagne di Suso, Borgo Santamaria e Monti Lepini.

Concept 

Be(e)ing Alive è un Manifesto inedito nato nel Settembre 2021 dall’omonimo Documentario, scritto da Vincenzo Notaro e Gianni Luca Iaccarino. Il lavoro verrà presentato alla 25° Edizione del CINEMAMBIENTE di Torino.

Bio 

Chiara Spagnoli, 29 anni, Latina. Attualmente lavoro per una società di restauro e in qualità di freelancer nell’ambito della Comunicazione e del Design. Sono fondatrice e Direttrice Creativa di Circe, Associazione che promuove progetti d’arte e natura.

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