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2024

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Pink Shark Paradise // Amelie Schaeberle

Descrizione progetto

Pink Shark Paradise è stato sviluppato per una mostra di un mese alla Casa Goethe Haus di Bolzano. Questa installazione coinvolgente e assurda mira a contrastare la tristezza dell’inverno bolzanino offrendo una fuga stravagante e surreale dal freddo e dall’oscurità. Il paradiso rosa è composto da immagini dal vivo, sculture di squali d’argento e da uno sviluppo partecipativo di un brano musicale elettrico-analogico. I visitatori sono stati invitati a immergersi in questo mondo vibrante, coinvolgendo tutti i sensi in un’esperienza indimenticabile.

Concept:
Il poster utilizza elementi della mostra, in particolare le foto di una scultura di squalo, che, in combinazione con informazioni tipografiche minime, costituiscono il linguaggio grafico dell’identità visiva.

Bio:
Amelie Schaeberle è nota per il suo approccio unico alla fusione di supporti stampati con video, musica e altre forme d’arte nei suoi progetti. Crede fermamente nell’impatto del design sul comportamento delle persone, osservando come si adattano agli strumenti e agli elementi visivi che incontrano. Amelie ha studiato all’ISIA di Urbino e alla Libera Università di Bolzano. I suoi lavori sono stati esposti ai Graphic Days di Torino, alla Weight Station e alla Casa Goethe Haus di Bolzano.

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"Eating disorders are not a choice" // Ambra Rubicini

Descrizione progetto

Il poster non è mai stato esposto né candidato per altri concorsi, dato che è nato in occasione di Neologia. In realtà non c’è stata alcuna forzatura nell’ispirazione perché il tema dei disturbi alimentari mi sta a cuore da diversi anni. Alla voglia di esporre questa realtà, si è sommato un periodo di grande ricerca creativa, che in questo momento mi sta spingendo a sperimentare modalità alternative a quelle che ho già esplorato.

Concept:
«I disturbi alimentari non sono una scelta» è la frase gridata durante le recenti proteste contro il mancato rifinanziamento del Fondo Nazionale per i Disturbi del Comportamento Alimentare. Il lavoro vuole essere un richiamo dell’attenzione su questo problema che oggi colpisce molti più giovani di quanto si pensi. Le parole che compongono lo slogan sono create con del colore acrilico leggermente secco, fatto uscire direttamente dal tubetto su dei pezzi di pellicola. Questo rende le lettere irregolari e imprecise, come se fossero una qualsiasi scritta su un muro. Il loro essere “sottovuoto” in questa sorta di pacchetti che da un lato le proteggono, ma dall’altro le imprigionano, mi fa pensare al rapporto con il proprio corpo e al controllo su di esso, che sono al centro di questo genere di patologie.

Bio:
Ho 27 anni, sono nata a Fermo ma sono cresciuta a Porto San Giorgio, un piccolo paese sul mare. L’arte e la creatività sono sempre state parte integrante della mia vita, tramite il disegno da piccola, poi la danza, la fotografia, fino ad arrivare al graphic design, che oggi è il mio mestiere. Studiare all’Accademia di Belle Arti e all’ISIA è stato fondamentale perché mi ha aperta alle infinite possibilità che il mondo della comunicazione offre.

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End Animal Abuse // Luca Ravanelli

Descrizione progetto

Poco tempo fa sono capitato sul profilo di Act for Animals ed ho notato che a novembre fu pubblicata una open call per artisti (designer) in cui veniva chiesto di realizzare dei poster contro il maltrattamento degli animali. Molti sono i temi che accompagnano questa campagna, eccone riassunti alcuni: l’eliminazione graduale delle gabbie per tutti gli animali, i regolamenti sulla piscicoltura,i divieto di allevare animali per la loro pelliccia, etc. Non potendo partecipare alla call per motivi temporali, e a seguito degli ultimi fatti di cronaca nazionale, ho pensato di realizzare dei poster e inviarli qui su Neologia, dato il messaggio profondo e legato a un tema di primaria importanza.

Concept:
Il 20 maggio 2020 la Commissione Europea annunciò di rivedere la legislazione sul benessere degli animali entro la fine del 2023. Dopo aver lavorato per tre anni sulla revisione ad oggi nulla è cambiato anzi, ciò che vogliono fare è rivedere quanto dichiarato ponendo l’attenzione solo sulle condizioni di trasporto degli animali. I maltrattamenti continunano ad essere incessanti e noi ci sentiamo profondamente delusi da questo fallimento democratico. Miliardi di animali vivono in condizioni pessime e sono sottoposti ad una posta in palio troppo alta. E’ giusto dare voce a chi non ne ha e porre l’attenzione su una tematica che dovrebbe riguardare ogni cittadino.

Bio:
Salve, Mi chiamo Luca Ravanelli e sono un graphic | motion designer freelance che vive tra Milano (città nella quale lavoro) e Perugia (città nella quale abita la mia famiglia). Da sempre nutro una grande passione per il graphic design, proprio in virtù di questo decisi di iscrivermi al corso di laurea dell’Università per Stranieri di Comunicazione Pubblicitaria.\n\nDalle primissime lezioni di graphic-design capii subito che il mestiere di progettista-grafico era la mia vocazione e ciò che avrei voluto fare nella vita. La mia prima esperienza lavorativa fu in un’agenzia di comunicazione di Perugia chiamata sistemaeventi.it, tuttavia anzichè proseguire subito con la carriera lavorativa, una volta cessato lo stage, decisi di proseguire i miei studi ottenendo poi la Laurea Magistrale nel corso di “Comunicazione Pubblicitaria, Storytelling e Cultura d’Immagine”. Ad oggi, dopo varie esperienze lavorative, lavoro come freelancer full-time come graphic | motion designer. Nel corso di questi anni ho avuto la fortuna di lavorare per brand prestigiosi come Dolce & Gabbana, Missoni, LivePerson, Moncler, Buddybank, INTO, Sterling SPA, Unicredit, etc. in vari progetti che toccano più ambiti (UX/UI, Branding, Motion, Editorial). La mia più grande fonte d’ispirazione è la Swiss School, proprio per questo nei miei lavori uso griglie rigide e cerco di incentrare il tutto sul minimalismo e l’equilibrio.\nGli artisti dai quali traggo maggior ispirazione sono: Moholy-Nagy, Franco Grignani, Wim Crowel e Muller-Brockmann. Da più di un anno sono anche membro (e quindi socio) dell’associazione AIAP. Spero che vi piaccia il poster, ho molto a cuore tematiche come quelle del maltrattamento degli animali 🙂
Cordiali saluti, Luca Ravanelli

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Fai sempre la stessa strada? // Karin Fioritto

Descrizione progetto

Risultato di un workshop (Dicembre 2023), all’interno del progetto “Immagini di una valle urbana” (progetto di ricerca etnografica che racconta il quartiere di edilizia residenziale pubblica Villaggio del Sole a Udine). Esposto questo mese nel circolo Arci che cura il progetto e sede del workshop.

Concept:
Come possono immaginazione, arte e artigianalità cambiare gli spazi delle nostre città? Il progetto si concentra sull’esplorazione degli spazi urbani: durante i nostri spostamenti, è fondamentale interrogarsi su ciò che osserviamo e su ciò che trascuriamo, poiché è facile ritrovarsi intrappolati in un ciclo monotono. Assumere prospettive diverse diventa essenziale per rompere tale monotonia e scoprire nuove strade. Il concept si ispira ai principi esposti da Keri Smith in “Come diventare un esploratore del mondo”, sottolineando come un cambio di prospettiva possa rivelare aspetti completamente nuovi della realtà. L’artefatto è costituito da due componenti principali: una parte tipografica ed una illustrativa, derivata dalla planimetria del Villaggio del Sole. Quest’ultima è stata arricchita con tracciati a mano, volti a rappresentare quei percorsi alternativi, che aggiungono elementi di scoperta all’esperienza urbana.

Bio:
Sono una giovane designer di 27 anni, in procinto di conseguire la laurea in Graphic Design per l’Impresa. Al momento sto arricchendo le mie competenze grafiche con studi paralleli in programmazione Front End, con l’obiettivo di sperimentare nuove tecniche di arte generativa. Appassionata di tipografia e fotografia, presto particolare attenzione ai dettagli. Mi considero in costante evoluzione e alla ricerca di nuovi modi di espressione.

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Agnus Dei // Matteo De Ascaniis

Descrizione progetto

Il progetto è nato per il concorso, nel mese di Dicembre del 2023. Non è mai stato esposto e mai candidato in nessun altro concorso. Nato come ricerca personale per un nuovo stile illustrativo.

Concept:
Il tema principale del progetto è l’ostentazione della figura sacra e religiosa, che nell’ultimo decennio ha visto un sempre più diffuso utilizzo, soprattuto in ambito politico. Grazie ad un certo modo di comunicare tipico di movimenti politici di estrema destra in ascesa negli ultimi tempi un po’ in tutto il mondo occidentale, si fa un richiamo sempre più forzato a figure di forte richiamo collettivo, come appunto la religione, visto come elemento indentitario. Il problema è che così facendo si snatura completamente la sacralità di certe icone. Queste figure vengono caricate di simbologie distanti dal loro reale significato: significati politici ed ideologici. Un’icona sacra che diventa feticcio, un agnello di Dio rivestito non di lana, ma in poliestere. La tecnica è mista: l’illustrazione centrale è realizzata a matita su carta. Per il vestito del personaggio ho lavorato con texture in acrilico, sempre su carta, che ho poi assemblato in digitale. Cercavo proprio questo contrasto tra la parte in chiaroscuro del personaggio e la sua veste, completamente piatta nei volumi, un po’ a richiamare la maniera di dipingere certe icone religiose medievali, con volti e mani dipinti e vesti realizzate con tinte piatte. Ho cercato di rendere l’espressività dell’agnello dallo sguardo scuro, fisso e tetro e dalle mani, che richiamano la posa delle icone sacre. Le vesti sono in totale contrapposizione: piatte e colorate, per cercare di suggerire un qualcosa di talmente colorato da sembrare di plastica, finto. Il lettering è stato creato allungando in verticale una font grotesque, cercavo qualcosa che fosse di impatto e che stesse bene con la figura piuttosto pesante dell’illustrazione.

Bio:
Sono Matteo De Ascaniis, Illustratore affamato di storie da narrare e disegnare. Mi sono formato all’Accademia di Belle Arti di Macerata, dove ho studiato Illustrazione per l’editoria laureandomi nel 2021. La grafica è sempre stata per me un qualcosa di imprescindibile anche nell’illustrazione. Cerco sempre di fare in modo di non creare semplicemente delle belle immagini, ma delle belle pagine, dei bei impaginati dove grafica e immagine vivono insieme.

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Sleep is the cousin of death // Samuele Panetta

Descrizione progetto

Questo poster è nato due anni fa quando ho realizzato una serie di 3 poster dedicati a dei classici dell’hip hop, i due precedenti sono stati esposti nelle altre edizioni dei graphic days, questo poster invece non è stato nè esposto nè candidato da nessuna parte.

Concept:
Il tema di questo poster è la frase stessa: I never sleep because sleep is the cousin of death. La canzone è NY State of mind di Nas, è una frase che condivido a pieno, io l’ho sempre interpretata con il concetto di fare sempre il massimo, non arrendersi mai, lavorare duro per inseguire i propri sogni, perchè altrimenti, se si dorme, si fallisce, difatti il rapper paragona il sonno (ovvero il fare nulla) alla morte (il fallimento). Quando realizzai questo poster stavo sperimentando con la tipografia, si trova uno dei miei font preferiti, il neue montreal accostato a due font eleganti, mi piaceva questa combinazione. Per i colori ho scelto una palette vintage con questo beige come colore principale.

Bio:
Mi chiamo Samuele Panetta, sono uno neolaureato dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, indirizzo “Nuove Tecnologie”. Sono appassionato a tutto il mondo del design fin dalle scuole medie, quando provavo a modificare le mie prime foto con GIMP, da lì ho deciso di intraprendere quella strada iscrivendomi al liceo artistico indirizzo audiovisivo e multimediale. La mia famiglia ha sempre avuto questa indole artistica in quanto mio padre pittore e mia madre fotografa. Al momento mi sto per laureare e parallelamente svolgo lavori da freelancer tramite il mio profilo instagram dove realizzo grafiche musicali per singoli o album di piccoli artisti.

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Psychologic // Matteo Sgambetterra

Descrizione progetto

Il Poster è stato realizzato all’inizio del 2024 con l’obiettivo di sensibilizzare sulla psicoanalisi e sulla normalizzazione delle malattie mentali.

Concept:
Nel corso della vita, tutti hanno sperimentato momenti di difficoltà emotiva, cercando di superarli attraverso diversi metodi. Alcuni si sono confidati con un amico, altri si sono sfogati nei piaceri della vita, come gli hobby. Tuttavia, raramente si sono affidati alla terapia, sminuendo il loro stato emotivo. Il poster viene realizzato attraverso varie tecniche, tra cui la sperimentazione dell’utilizzo della tipografia in maniera non convenzionale, riducendo di molto il kerning dell’headline e sovrapponendolo con un carattere calligrafico rendendolo in negativo. Inoltre, si utilizza la computer grafica 3D per raffigurare una macchia di Rorschach come una bolla di sapone quasi pronta ad esplodere, insieme ad altri tipi di simboli vettoriali realizzati con vari strumenti di Illustrator, come la pittura dinamica.

Bio:
Sono un giovane designer, classe 1999, dell’entroterra calabrese, appassionato da sempre di tutto ciò che ha a che fare con l’arte e il design. Il mio percorso di studi è stato arricchito da diverse esperienze lavorative e progetti esterni, che mi hanno portato nel livello pratico ad avere un approccio analitico nei miei progetti personali basati per la maggior parte su idee più di tipo concettuale, andando ad interrogarmi su tematiche attuali di interesse socio-culturale.

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non-mantello // Teresa Pilato

Descrizione progetto

“non-mantello” è una composizione creata in occasione della mostra “Corpi scomodi” creata dal collettivo Innesco a dicembre 2022. La mostra ha unito 115 tra artitst* e progettist* di vari ambiti che hanno creato opere interpretando il tema del corpo. La mostra è durata tre giorni in cui sono stati organizzati anche interventi, workshop e conferenze.\n\nLa riflessione legata al corpo che ho sviluppato negli ultimi mesi del 2022 è legata al corpo femminile, nello specifico quello di tutte le donne iraniane che in quei mesi stavano combattendo per i propri diritti, per essere se stesse mostrando liberamente il proprio copro. A seguito della morte nel settembre 2022 di Masha Amini, le donne iraniane hanno aumentato il ritmo delle loro potreste che sfidavano l’obbligo del velo, dell’hijab. Nelle manifestazioni di quei mesi, molte donne hanno bruciato i veli che sono costrette a indossare, hanno tagliato ciocche dei propri capelli, in un gesto diventato simbolo della loro rabbia.

Concept:
L’opera “non-mantello” è un collage fisico in cui è possibile seguire uno sviluppo di significato. In basso ci sono donne che non hanno la possibilità di liberarsi dall’imposizione culturale che le obbliga a vestirsi secondo il volere religioso, Da queste donne si alza una voce, una voce che per anni è stata silenziata dalla polizia morale e dai canali media. Questa voce però negli ultimi mesi del 2022 è riuscita ad emergere maggiormente, grazie alla forza di tutte le donne che hanno protestato e spinto la violenza subita da una parte; spostandola hanno messo in luce la loro situazione e hanno sensibilizzato donne e uomini di altri paesi, di altre culture rispetto al diritto di poter essere se stess*, anche tramite il proprio corpo. Queste voci hanno portato una svolata, una realtà in cui le donne si possano liberare dal “mantello culturale” per arrivare ad una situazione di “non-mantello” e poter essere se stesse e raccontare la propria anima anche tramite il corpo. Il testo che ho scritto per accompagnare l’opera è il seguente: “Il corpo lo abitiamo e allo stesso tempo lo viviamo come strumento per conoscere l’esterno. Oggi è un campo di battaglia, un punto di fragilità per attaccare le altre persone perché viene percepito come elemento debole per tutti. Penso che in questo scenario il corpo possa salvarci perché ogni individuo ha una propria storia del corpo differente, un’esperienza di corpo diversa e la propria identità non si può ricondurre solo all’esperienza del corpo. Ogni individuo deve avere la possibilità di cambiare il proprio corpo liberamente e sapere che questa scelta non cambia la definizione che ognuno ha di sé. Noi decidiamo cos’è il corpo, è sempre molte cose e molte variabili nel tempo.”

Bio:
Teresa Pilato, laureata all’ISIA di Firenze in Design della Comunicazione e del Prodotto. Oggi lavora con varie forme di comunicazione alternando il web alla stampa per poter comprendere i vari canali nelle loro potenzialità e unicità. Dopo anni di attività di volontariato nel sociale e sviluppi nella comunicazione artistica tramite la danza, il teatro e la scultura, si avvicina alla comunicazione grafica e sistemica. Si approccia allo studio della fotografia e del video, cerando numerosi video per eventi e progetti legati al video mapping. Adesso si occupa di progetti di branding e marketing per aziende del territorio fiorentino, nel frattempo prosegue il percorso di studi magistrali all’ISIA di Firenze con indirizzo Design della Comunicazione e del Prodotto Digitale.

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Cara Catastrofe // Angela D'Onghia

Descrizione progetto

Il progetto nasce come progetto universitario a novembre 2023. Ci è stato chiesto di creare un poster-infografica che, nel mio caso, è diventato anche un’opportunità per fare divulgazione su temi a me cari e sempre di più urgente riflessione. Il progetto non è stato candidato per altri concorsi e non è stato esposto.

Concept:
L’informazione istantanea che accompagna le nostre giornate genera reazioni diverse, molto spesso solo la vaga consapevolezza che accadano cose terribili. Cara Catastrofe è un progetto che nasce per ridare dignità alle vittime e ricordare che non sono solo numeri. Il progetto si propone di mostrare il numero delle vittime non come un’area, come viene fatto di solito, ma dando valore ad ogni singolo essere umano coinvolto in disastri naturali e artificiali; la scelta di non usare immagini o fotografie è dovuto alla volontà di allontanarsi da qualsiasi forma di pornografia del dolore e di rendere il linguaggio talmente semplice da essere compreso anche da un bambino. Una breve presentazione è stata caricata nella sezione portfolio.

Bio:
Mi chiamo Angela D’Onghia e sono una studentessa del terzo anno di Graphic Design presso lo IED di Torino. Dopo aver dedicato tutta la mia vita alle materie scientifiche ed essermi iscritta alla facoltà di ingegneria mi sono avvicinata a questo mondo perchè ho capito l’importanza che la comunicazione può avere nel plasmare la società.

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Possiamo ancora avere impatto? // Stefano Luongo

Descrizione progetto

Il poster è stato creato per il CONTEST IMPATTO del 2023 promosso da DESINA, il festival della Grafica e delle Culture Visive. I poster dovevano avere come tema l’Impatto, inteso come capacità del design grafico di avere un’influenza sulla vita delle persone in qualsiasi misura o ambito: impatto politico, sociale, ambientale, impatto come collisione, ecc. Da subito, ho pensato di concentrarmi sul tema dell’impatto della comunicazione, chiedendomi se fosse ancora possibile attrarre l’attenzione in un contesto storico in cui tutti sbracciano per apparire e comunicazione, notizie e pubblicità si fondono in un unico ammasso di informazioni visive che saturano i media nei quali sguazziamo costantemente. Purtroppo il mio progetto non è stato nemmeno visionato (ho ricevuto le scuse per l’inconveniente, ma sono rimasto comunque amareggiato per l’accaduto), quindi tecnicamente non è mai stato candidato. Spero che in questa occasione possa avere almeno la possibilità di essere visto.

Concept:
Il concept del poster ruota attorno al concetto di impatto comunicativo in un’epoca in cui la distanza e l’uso predominante dei media digitali tendono a renderci insensibili e distaccati. La sovrabbondanza di informazioni, spesso più simili a pop-up che messaggi autentici, ci porta a interrogarci sulla possibilità di effettuare una comunicazione che si distingua e che sia in grado di influenzare veramente il cambiamento. Il poster si propone di esplorare questa domanda critica: è ancora possibile creare un impatto significativo attraverso la comunicazione in un mondo saturo di stimoli digitali?

Bio:
Mi chiamo Stefano, ho 29 anni e vivo a Torino. Ho studiato Design e Comunicazione Visiva al Politecnico di Torino e ho deciso di lanciarmi (quasi) subito nel mondo del freelancing. Grazie alla libera professione, ho avuto l’opportunità di conoscere numerose agenzie e professionisti sia a Torino che in altre città, sperimentare diversi approcci alla progettazione ed al processo creativo e lavorare per clienti estremamente diversi tra loro. Odio la verticalizzazione e mi piace l’idea di potermi proporre come figura eclettica dal punto di vista del design: ad oggi spazio tra grafica, motion, animazione e art direction, domani chissà. Mi piace tantissimo l’unione di stili diversi, come la commistione di 2d e 3d o l’uso di elementi elaborati in contesti estremamente minimali. Mi piace il pop quasi quanto il grottesco e trovo estremamente affascinanti gli esercizi di stile, ma credo che niente possa battere un’idea concreta e strutturata con un concept a prova di bomba.

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