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2021

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Poesia visiva // Chiara Fenzi

Descrizione progetto

Il poster che ha selezionato, è stato creato in occasione della sua tesi di laurea e fa parte di una serie di 6 manifesti, nati dalla collaborazione fra lei l’autrice di poesie Emma De Togni, in arte E.D.T. Il poster rappresenta uno degli scritti di E.D.T., tramite il quale, ha voluto raccontare le emozioni e sensazioni ,che l’autrice generalmente esprime con il linguaggio testuale, anche attraverso i media visivi.

Concept 

Per realizzare questo progetto è avvenuta una combinazione fra il linguaggio testuale e l’immagine. Dopo un’attenta ricerca sugli artisti che hanno praticato la simbiosi verbo-visiva e sulla poetica di E.D.T., il poster è stato creato fotografando un soggetto che fosse in grado di descrivere l’essenza della poesia ma che allo stesso tempo non fosse didascalico, successivamente la fotografia è stata modificata convertendola al metodo bitmap, per ottenere un’ immagine frammentaria quasi astratta, aggiungendo linee vorticose, per richiamare lo stile caotico dell’autrice. Infine è stato posto a contrasto il testo del componimento poetico, evidenziando il verso più importante ed evocativo di esso e disponendolo in maniera apparentemente disordinata per mescolarlo all’immagine sottostante.

Bio 

Chiara Fenzi, neolaureata in Graphic design & Multimedia presso l’accademia di belle arti di Brescia (LABA). Le piace sperimentare e mettersi in gioco con tutte le sfumature del graphic design e della comunicazione, imparare nuove tecniche e cimentarsi in progetti anche molto diversificati fra loro. È molto interessata alla storia dell’arte e della grafica, in quanto ritrova in esse molti spunti e soluzioni per i suoi progetti.

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Poster
2021

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Ansia Type // Davide Consolo

Descrizione progetto

Il progetto è stato creato nel periodo di Maggio/Giugno 2021. È nato in una nottata di lavoro nel periodo finale del percorso universitario dell’autore, si è soffermato sul sentimento che provava in quel momento: l’ansia. Il progetto è stato fatto solo ed esclusivamente per il concorso Neologia.

Concept

Il poster è stato creato in un momento specifico, l’autore stava preparando gli esami finali, la tesi, e non stava vivendo una buona situazione in famiglia. Allo stesso tempo pur avendo preso questi impegni, ogni week end andava a fare i graffiti in diverse parti d’Italia. L’ansia stava prendendo il sopravvento e l’unica cosa che la diminuiva era lo spostarmi di città in città per scrivere il suo nome. Tra le varie fotografie scattate in quel periodo c’era questa foto particolare che rappresentava molte telecamere messe insieme, esse sembravano raffigurare tutte le cose che doveva fare in quel periodo, lo osservavano, sembrava quasi impossibile arrivare all’obiettivo finale con loro li a segnalare ogni suo spostamento. Una notte sperimentando nuove lettere, creò un typeface che si presenta molto fino, con delle linee taglienti e ben definite, la sua finezza mi ricordava il sentimento astratto che stavo provando in quel momento, una linea sottile ma molto chiara e coincisa, l’ansia.

Bio

Neo laureato in Communication Design. La sua passione più grande sono i lettering e caratteri tipografici, motivo per cui il suo progetto rappresenta la creazione di un nuovo typeface di nome “Ansia”. Durante i suoi tre anni all’università di Bologna (IAAD) è riuscito a sperimentare diverse strade riguardanti la comunicazione, ma ciò che lo stimola di più è la parte di visual e di grafica all’interno di un progetto. Nel tempo libero gestisce un magazine (@trainsinvadersmagazine) e fa i graffiti, motivo per è sono spesso in viaggio e conosce diverse realtà Italiane. Ha voluto partecipare a questo concorso in quanto fin da subito, lo ha colpito l’intenzione di dare ai giovani la possibilità di poterci esprimere.

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2020

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Maschio e femmina // Filippo Ferro

Descrizione progetto

Manifesto che tratta il tema dell’identificazione di genere. Si presenta come uno scontro e un mescolamento tra la lettera X e Y (cromosomi fondamentali per determinare il sesso biologico di un individuo) che arrivate in alto tendono a cadere e a rompere la formazione rigida presente nella parte inferiore del poster. Creato nel 2020, durante la pandemia, per esprimere il pensiero dell’autore su uno dei temi più delicati di questo periodo: Il genere.

Concept 

Il concept iniziale fu un articolo di qualche testata che spiegava la differenza biologica dei sessi da quella culturale, l’autore ha notato che il termine X e Y veniva utilizzato molto. Successivamente, digitalmente, ha da subito pensato a creare un mare di parole riguardanti quel tema, ma il risultato era troppo dispersivo, così ha optato per un linguaggio minimale cercando di sintetizzare il più possibile. Questo mi ha permesso di concentrarmi sulla rappresentazione del patrimonio cromosomico di ognuno di noi, un elemento che è tra le poche cose che ci rendono uguali fin dalla nascita. Ho preso questo termine scientifico identificativo dei sessi per poi romperlo attraverso il caos della composizione.

Bio 

Piccolo studente di Visual Design, in questi anni si è sempre di più avvicinato al mondo del type design con un gusto artistico orientato verso l’optical art e l’arte brutta e sporca.

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2021

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Polyphōnia //Giulia Boccarossa

Descrizione progetto

Si tratta di una ricerca che, seguendo una consolidata consuetudine, Pino Musi ha sviluppato nel tempo in una serie di scatti fotografici. Si tratta di un progetto con cui negli ultimi anni l’autore ha voluto dare dignità di visione alle nuove periferie, a quelle espansioni urbane che dilatano il perimetro, sempre incerto, delle grandi città. Un lavoro che Musi ha condotto soprattutto ai confini di Parigi, città in cui da anni vive e lavora, come pure sui bordi sfrangiati di Anversa e di Berlino. L’identità visiva della mostra rappresentato, in questo caso, dal manifesto promozionale, è basata sulla sintesi dei diversi linguaggi sovrapposti nel lavoro dell’autore. La creazione del lettering del poster dal titolo “Polyphōnia” richiama letteralmente il suo significato originario, composto dal binomio “polys” e “phonos” che dal greco si può tradurre con “più” e “suono”, quindi “moltitudine di suoni” o, semplicemente, “polifonia”. Ma il rimando è anche quello alla partitura musicale, con particolare riferimento al lavoro di John Cage Michael Nyman, e altri compositori degli anni Sessanta fautori del filone più azzardatamente sperimentale. Altro rimando è ovviamente quello alla conformazione delle immagini, edifici ai margini della città che, grazie alla particolare illuminazione e prospettiva, si fanno altro da sè, perdendo la loro tridimensionalità e facendosi segno grafico netto, oscuro, soffocante, senza perdere la propria “armonia”, note nere sullo spartito dello spazio urbano e di quello della mostra stessa. Vista la sua recentissima elaborazione, il progetto non è stato presentato ancora in nessun concorso.

Concept

L’idea progettuale del manifesto (e, quindi, di tutta la comunicazione della mostra) parte da un’immagine mentale che vede articolarsi sui muri del Tempio di Pomona a Salerno, spazio della mostra, le sessanta opere fotografiche che compongono l’installazione, alla stregua di uno spartito musicale. Allo stesso modo, nel manifesto il percorso delle singole lettere richiama l’idea di espansione incontrollata e inesorabile in atto ai limiti estremi delle città rappresentate dagli scatti, immergendo l’osservatore in una dimensione di non-luogo dove la proposta di massicci agglomerati abitativi, per la maggior parte ancora privi di vita umana, diventa visione aberrante e soffocante. Il poster è un “crescendo” continuo, climax ascendente in cui le singole lettere diventano segni, moduli. Ma anche singole note sullo spartito. Le lettere, che richiamano le architetture stesse delle fotografie, restano sulla soglia della ripetizione, ciascuna attraversata da acide vibrazioni metalliche fuori campo. Fotografia e disegno, architettura e suono, diagramma e mondo, sono tutte differenze che sospendono queste immagini sulla soglia dell’ambivalenza tra vero e falso. Crediamo e non crediamo a ciò che vediamo. Ipnotizzati dalla bidimensionalità, ci affidiamo alla scala innaturale delle porzioni di mondo ritratte.

Bio

Giulia Boccarossa è una graphic designer e illustratrice italiana con sede a Pesaro. Nel 2018, in concomitanza con il conseguimento della Laurea Triennale in Disegno Industriale presso l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino (UNIRSM-IUAV), ha intrapreso il percorso di Laurea Magistrale in Comunicazione e Design per l’Editoria presso l’ISIA di Urbino, formazione che sta completando con una tesi sulla storia dell’editoria fotografica italiana. Il mio approccio alla progettazione è profondamente legato alla fase di ricerca e comprensione del contesto di riferimento. Recentemente ha preso parte alla progettazione di “Segni Migranti”, monografia del fotografo italiano Mario Cresci edito da Postcart e di “8torie”,un progetto collettivo compreso nel catalogo e nell’Osservatorio Permanente del Design dell’ADI Index 2020 e concorrente alla selezione del prossimo Compasso d’Oro. Ho avuto inoltre la possibilità di realizzare un inserto sul 35° numero di Progetto Grafico, oltre che di ideare la comunicazione e parte del progetto di allestimento della mostra “Polyphōnia ” ad opera di Pino Musi, fotografo italiano con sede a Parigi, e inaugurata a Salerno il 10 luglio 2021.

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2020

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Crisis // Giulia Vigna

Descrizione progetto

l’artwork è nato durante il periodo del primo lockdown. Siamo nel 2020, quale anno potrebbe essere migliore per una rivoluzione?
Il lato positivo di questa pandemia è la possibilità che abbiamo di ripensare il sistema economico e politico che abbiamo chiamato normalità, non sprechiamola. Trasformiamo questa crisi mondiale in un’opportunità di autoanalisi di massa.

Concept 

Il tema del progetto è il “silver lining”, il lato positivo della pandemia, ovvero il poter ripensare il sistema socio-economico.

Bio

Nata nel 1992, Giulia ha conseguito una laurea in Fashion Design e un Master in Linguaggi delle Arti Grafiche. Nel 2011 dopo un’esperienza lavorativa a New York in uno studio di fashion design, si è trasferita a Londra dove ha continuato la sua carriera multidisciplinare nella moda e nel graphic design, sviluppando al contempo i suoi progetti e pratiche artistiche. È stata pubblicata in riviste online e cartacee (Phroom Magazine, 2017; Acreati, 2017; Telegram Gallery, 2016; Archive Magazine, 2016; Math Magazine, 2017), nel 2016 ha ottenuto il “Community Prize from Ello – The Creators Network” e nel 2018 la sua prima mostra collettiva a New York alla Superchief Gallery (Women To The Front, Volume II). Sperimentando in diversi ambiti creativi, Giulia combina materiali, linguaggi e discipline in relazione al significato del progetto. Persegue una dialettica immediata, adattabile alla realtà contemporanea, con riflessioni articolate. nel 2017 ha fondato il trio artistico: Vaste Programme, con Leonardo Magrelli e Alessandro Tini.

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2020

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La Moldava // Giuseppe Defilippis

Descrizione progetto

Il progetto nasce all’interno del corso di Communication Design 1 del Politecnico di Torino. Il poster deriva da una domanda: è possibile rappresentare graficamente la complessità di un’opera sinfonica? L’approccio alla sperimentazione è stato di tipo matematico: ho progettato un sistema logico flessibile che permette di rappresentare i punti salienti di un’opera musicale.

Concept

Smetana, nel poema sinfonico Moldava, Vltava in ceco, racconta le peripezie del fiume Moldava, dall’origine nella Selva Boema fino alla fine della sua corsa nel fiume Elba, facendo diventare il suo percorso metafora della vita dell’uomo. Nell’opera, il fiume è un violino.

La melodia dello strumento compare in questi intervalli di tempo:

1:09 > 1:40 2:13 > 2:28 3:01 > 3:15 8:26 > 8:54 9:10 > 9:23 10:38 > 10:50

Al secondo 3:16 e 9:24 la melodia cambia totalmente tono: il fiume incontra degli ostacoli.

Sono le difficoltà della vita dell’uomo.

La griglia numerica rappresenta il tempo.

La colonna all’estrema sinistra i minuti.

Ogni riga corrisponde a un minuto suddiviso in intervalli di 5 secondi.

Le lettere della parola VLTAVA sono posizionate esattamente nei momenti in cui compare il violino.

Gli slash (//) corrispondono ai punti in cui la melodia cambia improvvisamente.

Il punto (.) posizionato in corrispondenza del minuto12:33, corrisponde alla fine dell’opera.

Bio

Giuseppe Defilippis nasce a Foggia, in Puglia, nel 1999. Nell’ultimo anno ha partecipato al programma Erasmus in Portogallo, ha lavorato nello studio Familia a Barcelona ed è diventato membro del collettivo Koyaanisqatsi. Attualmente è laureando nel corso di Design e Comunicazione visiva al Politecnico di Torino.

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2021

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Metamorfosi // Giuseppe Russo

Descrizione progetto

Il progetto è nato a marzo del 2021. Dopo una serie di ricerche e riflessioni mano a mano l’autore ha maturato questo concept “Metamorfosi”.

Concept

Il concept “Metamorfosi” è legato moltissimo all’etimologia del termine stesso. È una delle parole che rappresenta al meglio sia il periodo personale che l’autore sta vivendo e sia l’opera. In una sola immagine ha cercato di rappresentare una vera e propria evoluzione attraverso un viaggio che parte da una mano la quale accoglie questo volto che si apre verso il cielo attraversato dal cuore e dalla mente entrambi in fioritura, il tutto su un tappeto di colori astratti senza forma né tempo. L’immagine è la metafora dell’uomo, l’uomo che prova a rinascere, a crescere, che si slega dal convenzionale per incontrare nuove percezioni.

Bio

Giuseppe Russo, classe 1995, amante dell’arte, della musica e della tecnologia fin da bambino. Il suo sogno è stato sempre quello di trasmettere alle persone che lo circondano una visione del mondo nuova e differente attraverso i suoi lavori.

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2021

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Disconnection // Lidia Pascariu

Descrizione progetto

Il progetto fa parte della serie di poster che al momento l’autrice sta realizzando per Instagram e che coprirà circa l’arco di 365 giorni. Con questa serie si toccan diverse tematiche sociali, personali e/o puramente stilistiche allo scopo di migliorare tecnica e sviluppare la creatività dell’autore.

Concept

La tematica che trattata con questo poster è la ”disconnessione”. Disconnessione con l’ambiente che circonda l’autrice, con le persone con le quali interagisce abitualmente, con se stessa, con la vita. La sua mente è, spesso, intrappolata in un limbo nel quale niente la tocca e niente le interessa. La chiama anche ”desensibilizzazione”. E’ una condizione che provava anche prima dello scoppio della pandemia che stiamo vivendo ma che per colpa di questo periodo storico è stata accentuata ancora di più. Gli unici momenti in cui ritorna a essere presente e a essere se stessa sono quelli fatti della sua sperimentazione con la grafica perchè riversa tutto ciò che ha accumulato nelle sue creazioni. Per quanto riguarda il linguaggio stilistico, ha seguito semplicemente l’intuito creativo e non ha fatto attenzione, in modo particolare, alle regole di base della tipografia o nella scelta della palette dei colori.

Bio

Lidia ha 25 anni, è autodidatta e al momento si sts specializzando nella creazione di poster tipografici e animazione grafica. Il mio progetto parla della ”Disconnessione”. Disconnessione che riguarda l’ambiente che mi circonda, le persone con cui interagisco, l’attimo che sto vivendo; perchè fisicamente esisto ma la mente è bloccata in una sorta di limbo in cui nulla ha senso e nulla mi tocca. Desensibilizzata. Condizione accentuata ancora di più dal periodo storico che stiamo vivendo attualmente.

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Poster
2021

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Cult of Noise // Manuel Cau

Descrizione progetto

Questo progetto è nato recentemente, poco prima che l’autore venisse a conoscenza di questa call.

Concept

Il tema del progetto è il rumore, “Noise” come il noise rock di cui l’autore è grande fruitore ma in questo caso più nello specifico legato al mare e al “rumore” che è la sua voce e il suo respiro. In questi anni ha sviluppato la sua ricerca artistica in pittura e con altre tecniche attorno al discorso delle correnti marine e la loro capacità di trasformare e mutare l’ambiente sottomarino e non, attualmente si sto soffermando di più sui fondali e la loro visione paesaggistica ispirandosi alle immagini dell’ecoscandaglio delle imbarcazioni. Con questo progetto si è voluto mettere al di fuori della massa liquida per riflettere su un ulteriore elemento che rende il mare così affascinante e misterioso: il suo suono. L’impostazione è quella di un collage di elementi che comunicano tra di loro avvolti da una patina di disturbo che sa di consumato, di salsedine, il tutto legato dal Microgramma che da un tocco di sci-fi alla composizione in cui non mancano parole ripetute come in una texture o come in un suono ostinato, circolare.

Bio

Manuel Cau nasce a Carbonia nel Sud Sardegna nel 1997, frequenta l’Accademia Albertina di Torino nella scuola di Grafica in cui è attualmente laureando magistrale e dove ha sviluppato la propria ricerca artistica con la pittura e la grafica incentrata sul mare e l’elemento liquido. Negli ultimi anni la sua attenzione si è spostata sul mezzo digitale in particolare sulla costruzione di identità visive e sul design di posters e covers.

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2021

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Saldo e Stralcio n.21 in Mi Diesis Minore KV 467 - DEF // Marco Tosi

Descrizione progetto

Il progetto è nato una mattina in seguito a una conversazione tenutasila sera prima nella testa dell’autore con una sua cara amica che però vive in scozia. Che l’autore sappia non è ancora stato pubblicato nè candidato da nessuno ad alcunchè. Mi piacerebbe molto esporlo ma non sono sicuro che sia possibile perchè mi sembra che possa stonare facilmente in qualsiasi contesto.

Concept 

Il tema principale del progetto è la cosiddetta “cancel culture”, un termine di cui l’autore ignorava il significato fino a pochi mesi fa, fino a quando una sua amica che vive in scozia glielo ha gentilmente spiegato con argomentazioni molto colteche però non è sicuro di essere riuscito a cogliere fino in fondo. Ad ogni modo, da un punto di vista meramente artistico a lui in realtà è sempre piaciuta la cancellatura, #EmilioIsgrò per lui è un genio, quindi ha pensato di formulare deliberatamente una tremenda oscenità letteraria e poi rinnegarla. Per offrire ancora una volta al caro fruitore la possibilità di “smarrirsi in essa e mai più ritrovarsi”, se gli va. Ma anche un po’ per passare il tempo.

Bio

Marco Tosi nasce sulla terra un mercoledì sera. Quasi subito riconosce la realtà come una forma di illusione e l’illusione come una forma di realtà. Da lì in avanti, tutta discesa. Oggi si occupa prevalentemente di rappresentazione grafica di atti e pensieri impensabili, nel senso di irricevibili, perchè al di là di questo, quasi nulla. Comunque sta bene e vi saluta.

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