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2022

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MY OWN DESERT // Manuel Cau

Descrizione progetto

Un’opera sul naufragio interiore, il sentirsi persi ed irriconoscibili, un tortuoso viaggio volto a trovare o ritrovare sé stessi.

Concept 

Ho realizzato questo progetto appositamente per i Graphic Days con la volontà di rappresentare attraverso la fotografia e la tipografia quel limbo in cui tutti prima o poi ci troviamo immersi: un enorme e arido deserto in cui fatichiamo a riconoscere noi stessi mentre vaghiamo senza riuscire a raggiungere nessuna meta che in fondo non può esistere dal momento che non siamo più sicuri di che forma abbiamo e che anche la nostra ombra ci mente mostrandosi ancora diversa dalla nostra irriconoscibile forma. Un naufragio interiore ma anche, probabilmente, un tortuoso viaggio verso sé stessi.

Ho utilizzato uno foto che mi è stata scattata recentemente mentre camminavo in un vero e proprio deserto marino, una vasta area sabbiosa del Sud Ovest Sardegna. Sono intervenuto sulla foto aggiungendo del disturbo e distorcendo la mia figura e la forma della mia ombra. Ho quindi sfruttato come base un’immagine che di per sé già funzionava in autonomia e sono andato a incastrare la tipografia in modo da aumentare ulteriormente la capacità narrativa della composizione.

Bio 

Manuel Cau nasce a Carbonia nel Sud Sardegna nel 1997, frequenta l’Accademia Albertina di Torino nella scuola di Grafica in cui è attualmente laureando magistrale e dove ha sviluppato la propria ricerca artistica con la pittura e la grafica incentrata sul mare e l’elemento liquido. Negli ultimi anni la sua attenzione si è spostata sul mezzo digitale in particolare sulla costruzione di identità visive e sul design di posters e covers.

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2020

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DAD // Mattia Castelli, Silvia Fermanelli

Descrizione progetto

Il progetto è stato realizzato durante il corso di Grafica Editoriale, tenuto da Mauro Bubbico presso l’ISIA Faenza nell’anno accademico 2020/21.
Durante la collaborazione con il Gruppo Abele, onlus con sede a Torino, è stato sviluppato il visual utilizzato in seguito per la rivista Pagine, da loro pubblicata.

Concept 

Il progetto nasce come riflessione sul tema della Didattica a Distanza, che negli ultimi anni ha caratterizzato ed in qualche modo stravolto la vita studentesca a causa della pandemia. Dalla relazione tra insegnamento, pc e multimedia è scaturito un alfabeto formato dai fili delle cuffie, principale mezzo utilizzato per poter proseguire con la propria attività scolastica o universitaria. Le stesse hanno permesso anche un migliore focus sulle lezioni, laddove non fosse stato possibile avere un proprio spazio personale che avesse favorito la concentrazione. All’inizio non è stato facile per nessuno, ecco perché il groviglio creato da queste ultime vuole anche rappresentare la confusione generata da questa modalità, talvolta non utilizzata nel migliore dei modi. Le lettere sono state realizzate in still life ed elaborate con software di grafica in modo da poter essere adattate al meglio fra di loro.

Bio 

Mattia Castelli e Silvia Fermanelli, classe 1996. Concludono gli studi triennali in Graphic Design presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, per poi iscriversi all’ISIA Faenza, dove stanno attualmente completando la magistrale in Design della Comunicazione. Nei loro progetti collaborativi convergono gli interessi comuni inerenti fotografia, comunicazione e grafica editoriale.

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2021

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GRAINY DREAMS // Daniele Carlini

Descrizione progetto

Opera che nasce dal desiderio di portare un’immagine strettamente personale e rappresentativa della casa dell’autore in una nuova abitazione a Milano.

Concept 

Grainy Dreams è un’opera multipiattaforma che si avvale di un poster ed un filtro visivo per la realtà aumentata.
Il Poster rappresenta una reinterpretazione personale di una scultura realizzata dal mio bisnonno. L’originale raffigura Isacco, che si consola dopo la perdita della madre. Per me, l’immagine della scultura, sempre presente nel salotto di casa a Roma, rappresenta la perdita di una dimensione familiare e rassicurante, dovuta al mio trasferimento.
Il processo è stato quello di estrapolare l’immagine dell’opera, privandola del suo significato originale, e reinterpretarla in una nuova forma: un artwork da poter tenere in camera. Il passaggio tra il mezzo materiale della scultura e quello digitale avviene tramite la ricollocazione dell’immagine in una chiave altamente digitale, ma soprattutto tramite l’animazione che prende vita solamente con l’utilizzo di un device. Il movimento delle teste, una rotazione concentrica infinita, è calibrato sui cicli di respiro di un momento di meditazione digitale, strettamente legato alla liberazione dalla nostalgia e dalla “mancanza di casa”.

Bio 

Daniele Carlini è un giovane designer italiano, nato a Roma ma trapiantato a Milano.
Si destreggia tra Product e Visual Design, sia per studi che per passione. Nei suoi lavori personali cerca la libertà espressiva ed il potenziale narrativo  che il progetto ha da offrire.
Ama la Pop Culture, l’antropologia e i “non luoghi” della periferia che ti costringono a farti venire in mente qualcosa.

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2021

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Design Was Stolen // Lorenzo Bollettini

Descrizione progetto

Riflessione sull’originalità ed unicità dei progetti di design in un’epoca di contaminazione.

Concept 

Il progetto vuole invitare l’osservatore a riflettere sull’unicità dei progetti di design. Fino a quanto il designer si può sentire veramente proprietario intellettuale unico di un progetto? Quando conta la contaminazione? Quanto c’è di nostro nella ricerca visiva? Qual è il limite dell’ispirazione? Il mio design è stato rubato, probabilmente come tutti gli altri.
Creato nel 2022. Nato da una riflessione sul design moderno.

Bio 

Lorenzo Bollettini è un designer di 27 anni che vive e lavora in Italia.
Tramite la sua carriera da Designer ha scoperto come stimolare la creatività e come usarla con consapevolezza nei miei progetti per risolvere dei problemi.

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2020

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A is A is A // Marcello Jacopo Biffi

Descrizione progetto

Alfabeti è un progetto di ricerca visiva nell’ambito della tipografia digitale realizzato con Adobe Illustrator. Si articola in due fasi: nella prima, le lettere dell’alfabeto sono ridotte a segno archetipico tramite la progettazione di una matrice pixel; nella seconda, le lettere subiscono una serie di trasformazioni vettoriali che ne estremizzano la forma. Il risultato sono versioni alternative dell’alfabeto di partenza, di cui le lettere condividono la matrice, ma non l’aspetto finale. L’ordine di esecuzione, l’intensità della distorsione, il numero di passaggi sono alcuni dei parametri che determinano il risultato, mai conclusivo: ogni alfabeto è un fotogramma di una sequenza cronologica di variazioni, una genealogia di diramazioni che progressivamente si allontanano dal punto d’origine. L’arrivo non è definito a priori, ma è raggiunto assecondando lo svolgimento naturale di strade diverse. L’obiettivo è generare una collezione di allografi (segni differenti che rappresentano la stessa lettera) per esplorare la relazione tra glifo (rappresentazione di una lettera) e grafema (unità minima di un sistema di scrittura). Un’indagine formale sul confine tra affermazione e negazione dell’identità delle lettere.

Concept 

La mostra A is A is A nasce dalla volontà di estendere la ricerca oltre il proprio campo tecnico-teorico di riferimento attraverso delle collaborazioni multidisciplinari. From outer Space – Anna Paola Buonanno e Piergiorgio Italiano con Anna Sedino – ha progettato l’allestimento prodotto da Marsèll e ospitato nel basement del concept store Marsèll Paradise: una selezione di otto alfabeti, stampati su carta in formato A4 ISO 216 in rapporto scalare al foglio che li contiene, è presentata su pannelli semilavorati in legno creando un dialogo tra i codici linguistici del graphic design e dell’exhibition design. La curatela è stata affidata a BRACE BRACE – l’artist-run space di Francesca Finotti, Cecilia Mentasti e Francesco Paleari – che ha contribuito all’ideazione della mostra e ha sviluppato in sincronia con Michele Galluzzo – graphic designer e ricercatore membro del duo Fantasia Type – i testi di accompagnamento. Nicola Pietromarchi e Filippo Castellano hanno diretto un video in 16mm prodotto da Olympìque e intitolato Détour , che conduce lo spettatore tra i paesaggi astratti delle lettere; Gabriele Donini – Giga – ha invece trasposto online gli alfabeti manipolandoli ulteriormente con degli algoritmi.

Bio 

Marcello Jacopo Biffi è un Graphic Designer che attualmente lavora presso il Mousse Magazine and Publishing. Inoltre insegna al Politecnico di Milano e Raffles.

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2021

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Social Distance // Silvia Benedetti

Descrizione progetto

Rappresentazione illustrata della distanza tra le persone e del paradosso e la difficoltà dell’uomo di isolarsi dai propri simili.

Concept 

Questa Illustrazione, e successivamente questo poster, nascono nel tormentato periodo del Covid: dall’esigenza di voler lasciare una traccia sul distanziamento sociale a cui siamo andati incontro tutti quanti.
Il tema principale del progetto è l’interpretazione illustrata e grafica della distanza sociale tra le persone. Ho deciso infatti di illustrare due personaggi vicini ma distanti, per sottolinearne il paradosso e la difficoltà insita nella natura dell’uomo di isolarsi dai propri simili. Nello stesso modo anche la tipografia del poster segue questo concetto, infatti le lettere sono eccessivamente vicine andando in contrasto con il significato delle parole stesse: “Social Distance”.

Bio

Silvia è un’ Illustratrice e Graphic Designer di Trento. Nel 2016 si è laureata in Visual & Set Design in Italia e, dopo un percorso di studi incentrato sull’Illustrazione Editoriale e la Grafica in Spagna, ha ottenuto la laurea magistrale in Illustrazione e Grafica delle Immagini nel 2020 presso l’ISIA di Urbino, in Italia. Silvia ama le piante da appartamento e camminare in tutte le stagioni nel bosco e nelle montagne che la circondano. Attualmente vive e lavora nella sua città natale, in Trentino Alto Adige, ed è sempre felice di collaborare con nuove realtà e prendere parte a nuovi progetti.

 

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2022

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Quartier San Lazzaro // Jacopo Bartoli, Alessia Nicolini, Virginia Palmisano, Viola Sensi

Descrizione progetto

Progetto di riqualificazione di un luogo storico di Reggio Emilia rendendo visibile la storicità del luogo mantenendo un’estetica moderna

Concept 

Il progetto nasce nel corso “Laboratorio di Comunicazione 3” del terzo anno a San Marino, insieme alla docente Lucia Roscini e Ilaria Ruggeri. Il tema del progetto erano i “luoghi fantasma”, cioè quei posti con un’importante storia e un forte fascino ma che al giorno d’oggi non vengono compresi per i più vari motivi. Il luogo che è stato scelto è stato il Complesso di San Lazzaro di Reggio Emilia, ex lazzaretto ed ex manicomio della città. I 26 padiglioni che comprendono l’area oggi sono stati riconvertiti e vengono utilizzati da diverse istituzioni di Reggio Emilia: AUSL, UNIMORE e il museo della psichiatria.

Bio

Nato a Carpi ma cresciuto a Correggio. Dopo aver conseguito il diploma di liceo artistico a Reggio Emilia si trasferisce a San Marino dove si laurea in Design della Comunicazione. Interessato allo studio di nuove forme comunicative e allo sviluppo di progetti trasversali. I suoi progetti spaziano dal branding, fotografia, editoria, tipografia, motion, con una particolare attenzione alla nuova estetica digitale.

 

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2020

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Civico 21 // Giovanni Godina

Descrizione progetto

Il manifesto nasce come progetto personale, e dall’interesse di studiare, analizzare e riprodurre attraverso una progettazione visiva una tematica complessa e delicata da affrontare. Essendo un giovane progettista grafico l’autore pone tematiche complesse difronte a sé in modo tale da allenare le sue capacità di risoluzione dei problemi.

Concept 

Il manifesto, progettato in 70x100cm, riprende la strage di via D’Amelio, un attentato di stampo terroristico – mafioso avvenuto in Italia il 19 luglio 1992, una domenica, all’altezza del numero civico 21 di via Mariano D’Amelio a Palermo, in cui persero la vita Il magistrato Paolo Borsellino e la sua scorta. L’ obiettivo era di riprendere l’ onda d’urto che l’ esplosivo Semtex-H aveva provocato durante la strage.

Bio

Giovanni Godina, nato il 17 giugno 2002 a Gorizia, da circa 2/3 anni sta studiando progettazione grafica presso il corso Grafica e Comunicazione della scuola superiore ISIS Galilei di Gorizia. Durante lo sviluppo dei suoi progetti personali, cerca di introdurre dei temi complessi da affrontare, soprattutto di carattere storico. Questo comporta una continua ricerca culturale prima di affrontare la progettazione di eventuali prodotti editoriali e non, in questi 2/3 anni ha raccolto dei lavori commissionati e dei progetti personali che mi hanno consentito di espandere il suo lato creativo. Nel 2020 insieme ad altri 2 conoscenti ha comprato i materiali utili alla stampa serigrafica, con l’obiettivo di conoscere nuove tecniche.

 

Il poster CIVICO21 è il progetto vincitore di Neologia! Il manifesto è stato scelto poiché molto apprezzato dalla giuria per la sua capacità di raccontare, con dei segni grafici essenziali ma incisivi, un tema delicato e un evento e di grande portata. Il giovane progettista Giovanni Godina si è quindi aggiudicato il premio di 1000€ in formazione promosso da Smart Italia, partner ufficiale di Neologia.

 

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2020

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Playstic // Studio Sofa

Descrizione progetto

Milan Design City 2020 in occasione di Ro Plastic Prize. La campagna pubblicitaria è stata esposta al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci in Ottobre 2020 e ha ottenuto una menzione speciale.

Concept

Attraverso la creazione della campagna pubblicitaria “Playstic”, rivolta a un pubblico più giovane e pensata come affissione pubblica nelle città, si è cercato di semplificare al massimo l’importante messaggio dell’ “emergenza plastica” attraverso l’utilizzo di payoff sintetici e divertenti, utilizzando parole in rima. La scelta di questa tecnica stilistica, affiancata ad illustrazioni semplici ed immediate che ne facilizzano ulteriormente la comprensione, deriva, anzitutto, dalla necessità di rendere più “leggero” un tema già complesso e largamente diffuso, tanto da diventare quasi una tendenza. Spesso sono errati i costumi, non i materiali. La plastica è indubbiamente ancora utile a molti settori, bisogna imparare a smaltirla e riutilizzarla nel migliore dei modi (e rinunciarvi dove si può). Spesso è l’idea che la gente ha di questo prodotto più sbagliata del prodotto stesso. Per questo siamo convinte che, con l’abuso di informazioni che abbiamo ogni giorno sulla situazione attuale del problema, sia la semplicità la chiave giusta per far veramente entrare nella testa delle persone (specialmente ai bambini) le semplici soluzioni che ognuno di noi può attuare. Impariamo a recitare la plastica e al tempo stesso lavoriamo per trovare il maggior numero possibile di alternative. Pensando a tutto questo e rivolgendosi ad un pubblico infantile, gli autori hanno pensato all’utilizzo della rima. La rima è stata sempre utilizzata come metodo per memorizzare più facilmente concetti importanti e complessi (nel nostro caso quello dell’emergenza plastica). Le poesie, le regole della matematica e della grammatica ma anche le canzoni che risuonano nella testa delle persone. Slogan brevi, facili da memorizzare, concetti immediati (aiutati anche dalle illustrazioni evocative dai colori accessi e le linee semplici e pulite).

Bio 

Studio Sofa è uno studio di design multidisciplinare fondato nel 2018 da Lucrezia Cortopassi, con sede in Toscana. Lavorando, con un gusto eclettico e fresco, in vari settori della direzione artistica e della comunicazione visiva, tra cui lo sviluppo del marchio, il corporate design, le esperienze digitali e la gestione dei social network caratterizzati da combinazioni non comuni di colori, texture e forme. Il loro approccio si manifesta nel nome – intimo e accogliente, seduto sul divano – per una vasta gamma di clienti e campi, dall’individuale al commerciale e istituzionale. La loro missione è quella di accendere l’immaginazione ed educare in materia di design.

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2021

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Tschäggättä // Alberto Negrelli

Descrizione progetto

Il poster candidato è stato realizzato appositamente per il concorso “Neologia”. Il tema è stato scelto grazie ad un progetto da realizzare per un esame universitario. Il mostro scelto mi ha fin da subito colpito per l’estetica accattivante, che si sposa molto bene al modo dell’autore di disegnare, e per la tradizione ad esso legata.

Concept 

Tschäggättä è u+n mostro appartenente al folklore svizzero: si tratta di un travestimento con maschere in legno di pino cembro, abiti di pelli di capra o di pecora e una campana allacciata alla cintura. Questi mostri si aggirano per le strade dei villaggi inseguendo donne e bambini e, dopo averli acchiappati, strofinano sui loro volti i guanti intrisi di neve. Il poster è stato realizzato per metà in digitale e per metà a mano: i volti dei mostri sono disegnati utilizzando pastelli ad olio e, successivamente, scannerizzati e processati digitalmente. Anche il titolo è stato disegnato digitalmente, non si tratta di un font.

Bio 

Ha 22 anni e vive a Lonate Ceppino, un piccolo paese in provincia di Varese. Attualmente frequenta il secondo anno di Graphic Design & Art Direction in Naba, a Milano, e sta focalizzando maggiormente i suoii studi nell’ambito del visual design. La grafica e il design lo appassionano ormai da parecchi anni, lo stimolano e lo appagano, facendolo sentire costantemente alla ricerca del bello, di qualcosa che visivamente ed emozionalmente, lo stupisce e lo affascina.Altri interessi predominanti della sua vita sono sicuramente il disegno e la pittura, i dolci (torte, biscotti e qualsiasi cosa ricca di zuccheri), la compagnia dei miei amici e la musica, elemento chiave che caratterizza la mia creatività e lo stile con cui mi esprimo.

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