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Eyes on the Netherlands

Marco Piscopo

Ricerca progettuale: Resistere allo spopolamento, decolonizzare gli immaginari e reclamare una narrazione.

Un progetto di auto-narrazione di comunità, svoltosi durante una residenza progettuale di tre settimane, e sviluppato partendo dalla tematica dell’esistenza di determinati paesi (delle aree interne) e della resistenza di chi li abita. Si è lavorato attraverso laboratori e attività di gruppo (esplorazioni territoriali, moviment-azioni, raccolta di storie) per arrivare a costituire con modalità collaborative un archivio fotografico, testuale e sonoro che restituisse un primo racconto della comunità e che potesse essere facilmente condiviso e sviluppato in futuro.

Si è inoltre organizzato, durante l’evento di restituzione, una passeggiata tra i vicoli del paese in cui sono stati disposti dei grandi tazebao che hanno fatto sintesi e cercato di raccontare le foto, i testi e i pensieri raccolti durante la residenza.

Concept progettuale: Si era partiti con l’idea che le aree interne siano una questione di cui si sa troppo poco, specie per coloro che non le vivono o non trattano il tema per motivi di lavoro o studio, e su cui si è creata una retorica superficiale e pubblicitaria di ritorno al paese, secondo un’ottica estetizzante delle rovine. Da qui il concept progettuale iniziale di sovvertire i topos di una campagna promozionale per fini turistici, non promuovendo il borgo, ma quelle che sono le dinamiche e le problematicità di chi vive in questi territori.

Invece, durante la permanenza, si è sfruttata l’esperienza di residente temporaneo in modo da poter tarare il progetto su quelle che sono le reali criticità percepite dagli abitanti del paese, in merito a questi temi, per giungere a mettere in discussione quello che è un pensiero comune, una frase-mantra che si è cercato di decostruire, ovvero “qui non c’è niente”.