Mostre
Il festival ha ospitato alcune importanti mostre nazionali e internazionali a Torino: dall’East Coast alla Polonia, dalla Gran Bretagna all’Italia, Torino Graphic Days ha proposto un percorso espositivo che ha attraversato diverse correnti e stili del visual design.
INGRESSO UP TO YOU!
L’ingresso al festival è a offerta libera: le donazioni dei visitatori verranno utilizzate per supportare le attività proposte dall’organizzazione e le future edizioni della manifestazione.
Animal Spirit
Vorresti incontrarci?
Conoscere meglio il mondo del brand Animal spirits?
Toccare gli oggetti creati?
O vuoi fare una prima esperienza Animal Spirits per capire come lavoriamo?
DAL 12 AL 15 OTTOBRE ANIMAL SPIRITS HA ALLESTITO UN TEMPORARY OFFICE DURANTE I TORINO GRAPHIC DAYS ospite speciale di Macstudio all’interno di Toolbox Coworking.
Siamo a disposizione per spiegare meglio tutto quello che non si capisce ma incuriosisce (si, lo sappiamo, è tanto), quello che non si può immaginare (non lo sai, ma è tanto). E anche per iniziare a co.progettare strategie insieme.
ORARI:
17-21 sabato
15-19 domenica
Franco Grignani - La complessità del segno elementare
Il suo è un segno elementare, originato da una rigorosa composizione di elementi. È un segno fatto di linee pulite, ma anche di distorsioni e alterazioni. È un segno sperimentale sapientemente declinato e applicato ad un’intera produzione.
Grignani ha saputo giocare con la sua arte dando vita a identità complesse, immagini dinamiche risultato dell’equilibrio fra forza interne ed esterne. Ha manipolato scientificamente la superficie creando una Gestalt “dinamica”, ha ricercato l’essenziale portando l’attenzione oltre i limiti dell’opera stessa.
Il suo segno elementare è diventato identitario e altamente connotato.
Il risultato è un’operato senza tempo, caratterizzato da un’eterna contemporaneità.
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a cura di: Manuela Grignani Sirtoli, Fabio Guida, Serena Sacchero
Print Club World
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Print Club Torino, Ilaria Reposo, Fabio Guida, Flora Ferro
Eyes on Barcelona
Barcellona, città multiculturale e dal respiro internazionale, ma allo stesso tempo legata alle proprie tradizioni, è uno dei poli in cui lo sviluppo di questo processo risulta più evidente.
La mostra EyesOn rappresenta alcuni dei valori della società catalana espressi attraverso una serie di progetti selezionati tra alcuni degli studi grafici di Barcellona più influenti del momento.
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Fabio Guida, Elena Dellapiana, Marialuisa Dubla, Mateo Vaccaro
Unconventional Mapping
Le mappe ci aiutano ad orientarci nel mondo in cui viviamo, a trovare la nostra destinazione e ci indicano i luoghi e le storie del territorio che desideriamo conoscere. La mostra vuole essere una riflessione sull'evoluzione del concetto di mappa e di rappresentazione grafica del territorio, presentando oltre 30 mappe illustrate di altrettanti artisti nazionali e internazionali.
Mentre Google Maps e i sistemi GPS ci guidano quotidianamente, le mappe vere e proprie sono diventate piattaforme per il design d'avanguardia, per la visualizzazione sperimentale dei dati e di fatto un nuovo sistema di narrazione visiva personale. Le mappe illustrate sono vere e proprie opere grafiche realizzate da cartografi e designers, nazionali e internazionali, che hanno deciso di aderire al progetto per far conoscere al pubblico il valore di questa forma d’arte non convenzionale.
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Un progetto di: Plug, Giusti Eventi, Print Club Torino.
In collaborazione con: Cooperativa Orso, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
Con il supporto di: Marco Polo.
Con il patrocinio di: Circoscrizione 3, Urban Center.
ME & EU
L’obiettivo del progetto è quello di estendere e costruire un senso di unione basato sulla consapevolezza e sulla volontà di tener vivo un dialogo che vada ben oltre i dibattiti politici.
Il progetto è stato presentato nel giugno del 2016 dai graphic designer Nathan Smith e Sam T. Smith, invitando, con un brief aperto, tutte le menti creative a mettersi in gioco. Più di 100 creativi hanno risposto alla call, fra cui Craig Oldham, Patrick Thomas, Jim Sutherland, NB Studio, Catalogue, Kesselskramer.
A partire dal momento in cui è stata presa la decisione di fare ricorso all’articolo 50, le cartoline progettate sono state spedite ad una selezione di studi e creativi, appartenenti a tutti i 27 paesi membri dell’Unione Europea, con l’obiettivo di aprire un dialogo internazionale e favorire un clima di collaborazione.
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A cura di: Nathan Smith e Sam T. Smith.
Lubalin Center
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Una selezione a cura di: Alexander Tochilovsky.
Nudi o vestiti ?
La mostra, che nella versione permanente presenta oltre 70 buone pratiche sostenibili di packaging provenienti da tutto il mondo, organizzati secondo 8 eco-guidelines, in occasione della seconda edizione di Torino Graphic Days, presenterà una selezione dei più interessanti packaging innovativi e sostenibili che mostrano le molteplici possibilità con cui il packaging può essere progettato, con un focus particolare sulla grafica.
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A cura di: Silvia Barbero, Paolo Tamborrini.
Con Agnese Pallaro, Amina Pereno, Chiara Remondino, Eleonora Fiore.
Graphic Designers in Milan 1946–67
Rimasti colpiti dall’esposizione, i fondatori di Display, Greg D’Onofrio e Patricia Belen, hanno riunito alcuni pezzi originali progettati da graphic designer milanesi attivi tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e il Boom economico degli anni ‘60.
Lo spirito moderno della città di Milano, che si contraddistinguevaì per la mentalità aperta e per il clima intellettuale, riuscì ad attrarre i designer più rilevanti del panorama europeo, mettendoli in contatto con alcune tra le aziende più all’avanguardia dell’epoca come Pirelli, Olivetti, La Rinascente, Domus, Roche Dompé Pharmaceutical, Alfieri & Lacroix.
Gli stili iconici di questi progettisti hanno consolidato le basi del linguaggio grafico di oggi e probabilmente di domani.
DESIGNER
I designer protagonisti sono: Aldo Calabresi (Studio Boggeri), Giulio Confalonieri & Ilio Negri (Studio Industria), Franco Grignani, Max Huber, Lora Lamm, Enzo Mari, Pino Milas, Bruno Munari, Remo Muratore, Bob Noorda, Giovanni Pintori, Albe Steiner, Pino Tovaglia, Massimo Vignelli e Heinz Waibl.
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A cura di Display, Graphic Design Collection – piattaforma di ricerca e scoperta della storia del graphic design.
Il "valore" della grafica
Totò, La banda degli onesti, 1956
La banconota, emblema per eccellenza dello scambio e della comunicazione ma soprattutto dell’economia, è uno dei prodotti stampati più interessanti e pregevoli date le sue caratteristiche grafiche e simboliche. Usata generalmente come merce di scambio e come pagamento di beni e servizi, la banconota può anche essere percepita come un oggetto da collezionare e scoprire, ricco di valore estetico per la precisione del tratto e l’armonia d’insieme. Le sue peculiarità, che ne contraddistinguono la preziosità, sono quindi bellezza, riconoscibilità, autenticità ed unicità.
L’obiettivo della mostra Il valore della grafica è quello di svelare e rendere percepibili, attraverso l’esposizione di fotografie realizzate al microscopio, alcuni elementi di differenti banconote, quali la trama sottile e i colori precisi. Come se queste caratteristiche nascoste possano essere in grado di attribuire, oltre che ad un al valore simbolico, anche un valore artistico.
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A cura di: Stefano Cento.
Il volto e la maschera
la maschera più adatta alle mie intenzioni"
Macbeth, atto III, scena II
Amleto, Ubu Re, Sei personaggi in cerca d’autore, La cantatrice calva… Non c’è grande opera della storia del teatro che non sia stata interpretata dalla creatività della scuola grafica polacca, un movimento artistico capace di spaziare tra tecniche pittoriche e soluzioni digitali.
Se la tradizione del manifesto d’autore ha conosciuto l’apice negli anni in cui in Polonia la morsa del regime comunista si faceva più stretta, con l’avvento della democrazia questa spinta creativa non si è esaurita, ma ha continuato a produrre opere che catturano lo sguardo del passante distratto come dell’appassionato d’arte.
Attraverso il gioco dei colori e la sua composizione, il manifesto arricchisce l’esperienza del teatro invitando l’osservatore a prestare attenzione alla scena per poi tornare davanti al poster e decifrarlo. Non solo carta stampata, ma veri e propri “ritratti”. Le opere che compongono l’esposizione mostrano come il poster polacco intrattenga un rapporto con la fisionomia umana, come se la superficie stessa del manifesto fosse un palco su cui allestire una bizzarra galleria di visi.
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A cura di Giulia Randone e Armando Buonaiuto.
I manifesti provengono dalla collezione di Krzysztof Dydo, che ne ha fatto dono alla Comunità Polacca di Torino.
Drawjob
Drawjob è un sottile gioco di parole che unisce, con irriverenza, due mondi apparentemente distanti, senza volgarità.
21 categorie del mondo dell’eros, illustrate e raccontate con ironia, leggerezza e provocazione dai nomi di punta dell’illustrazione e della scrittura italiana. Il progetto è diventato man mano una vera collettiva, ha coinvolto illustratori, scrittrici e due esperti, Marco Rossi, psichiatra e sessuologo, e Franco Trentalance, scrittore ed ex attore hard, dando vita a un dialogo artistico sull’eros e sul mondo erotico.
A ciascun illustratore è stata assegnata una parola che rappresentasse una pratica erotica: Animal, Threesome, Double Treath sono alcune delle categorie raffigurate senza costrizioni, ma a una sola condizione: non disegnare in modo esplicito l’atto sessuale.
Il risultato? 22 illustrazioni diversissime ed eterogenee tra loro, accompagnate dalle parole di 6 autrici, che creano un vero dialogo tra testi e immagini.
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Realizzata da Tapirulan, nata da un’idea di Chiara Fedele, Gianluca Folì, Riccardo Guasco e Francesco Poroli.
Be My Cover - Penguin Random House
Progettare la copertina di un libro è un mestiere meticoloso e occupa un’area ben definita del mondo della grafica. Le copertine dei libri sono oggetti più “quotidiani” rispetto a molte altre applicazioni grafiche, incidendo sulla comunicazione culturale e visiva del proprio tempo, la qualità del progetto contribuisce a definire la contemporaneità, oltre a essere uno strumento commerciale.
Quella in mostra è una selezione discrezionale delle migliori tra migliaia di copertine che ogni anno Penguin Random House commissiona e produce, attraverso le sue case editrici. Alcune di queste in particolare hanno una viva tradizione di attenzione all’eleganza e innovazione grafica delle loro copertine. Il book cover designer forse più noto al pubblico, Chip Kidd, lavora da quasi trent’anni per la Random House: il gruppo editoriale associato nel 2013 con lo storico brand inglese Penguin, ha dato vita al colosso Penguin Random House, in una galassia che include circa 200 marchi editoriali.