Mostre

La collana “I coralli” di Einaudi ha sempre mantenuto una posizione di rilievo nella storia dell’editoria italiana. Inizialmente curata da Cesare Pavese, è stata trampolino di lancio per autori agli esordi come Italo Calvino, e vetrina per proporre al pubblico italiano opere di grandi romanzieri come Hemingway, Joyce o Queneau. Con i suoi 312 titoli, la collana ha cambiato più volte veste grafica. Una prima versione, adottata solo per il primo anno, prevedeva che sulla copertina venisse incollata una riproduzione di un’opera realizzata da artisti quali Guttuso, Cassinari o Morlotti. La seconda variante, utilizzata fino al 1950, presentava copertine di cartoncino colorato che ospitavano un particolare tratto da opere di Picasso, Matisse e altri ancora. La stessa impostazione con un fondo di color avorio caratterizzava la terza versione fino al 1961. Con la quarta versione venne introdotta una diversa legatura, con una sovracoperta illustrata a protezione delle nuove copertine di tela rosso-corallo.

L’evoluzione del poster nell’era di Instagram

Il graphic design è una disciplina in continua evoluzione: ogni giorno cambiano i mezzi di comunicazione ed i supporti visivi; cambia il messaggio e l’intento, e la sperimentazione si muove continuamente attraverso tutti i mezzi a sua disposizione, siano essi tecnologici o espressivi. Il progetto di Vasjen Katro, Baugasm, è l’esempio perfetto di questo mondo in continuo cambiamento: da più di due anni, ogni giorno Katro realizza un poster e lo pubblica su Instagram. Questi manifesti, che fino a qualche anno fa sarebbero rimaste delle semplici idee su carta, ora passano sotto gli occhi di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo. I poster spaziano dal racconto degli avvenimenti quotidiani fino alla pura sperimentazione, espandendo i limiti stessi della comunicazione visiva. Il format del “poster giornaliero” diventa presto un trend seguito e replicato da centinaia di progettisti, diventando così manifesto della sperimentazione e della comunicazione visiva nell’era dei social network.

ECAL/Ecole cantonale d’art de Lausanne presenta “ECAL Graphic Design”, una mostra di progetti degli studenti del Bachelor in Graphic Design e del Master in Type Design. La mostra è accompagnata dal libro pubblicato da JRP|Ringier. L’università svizzera ECAL è da tempo riconosciuta come riferimento mondiale per la grafica. Che si tratti di progettare libri, cataloghi, riviste o manifesti, tipografia o progetti digitali, gli studenti ECAL sono capaci di occuparsi di tutti i campi di questa disciplina e di gestire accuratamente una grande varietà di compiti. Questo successo è ampiamente basato su un sistema di workshop che permette loro di apprendere direttamente dai migliori progettisti grafici internazionali durante il percorso di formazione. “ECAL Graphic Design” riprende i progetti condotti all’interno dei corsi in Graphic Design e di Master in Type Design degli ultimi cinque anni. Curato dallo studio Gavillet & Cie e pubblicato da JRP|Ringier, il libro è organizzato intorno a una successione di piani sequenza in cui i progetti non sono classificati secondo categorie ma per colore. Il progetto di allestimento creato da Adrien Rovero si basa sullo stesso concept, permettendo una totale flessibilità.

ISIA Urbino è una scuola di progettazione grafica e comunicazione visiva con una forte identità, definita nella natura laboratoriale, nel legame con le questioni dell’abitare e delle identità territoriali e nella dimensione politica del progetto. I lavori esposti offrono uno sguardo sull’attività didattica dell’Istituto, in particolare relativa al Diploma di secondo livello in Comunicazione e Design per l’Editoria. Collezione 200, una mostra-itinerario che, partendo dallo studio della storia locale e da un’indagine sul presente, affronta temi relativi all’identità locale e all’abitare in un paese di provincia. Comunicazionepuntodoc, la nuova rivista della Facoltà di Comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma che esplora modalità di design partecipato per la creazione di un apparato iconografico coerente. Attivazione di una lettura nello spazio, una rilettura situata di un testo dell’architetto Giancarlo De Carlo su William Morris, pubblicato nel 1947.

Le scelte di Albe e Lica Steiner nella comunicazione grafica d’impegno civile

Questa mostra espone una selezione dei manifesti di impegno civile progettati da Albe e Lica Steiner, a partire dalla riproduzione di quello che Albe stesso ha definito “il suo primo cartellone stradale” fatto all’età di 11 anni, quando, venuto a conoscenza dell’uccisione dello zio Giacomo Matteotti, fece di getto un disegno del “faccione” di Mussolini con la scritta “abbasso Mussolini gran capo degli assassini”. La mostra si conclude con i manifesti progettati da Lica dopo la morte di Albe, sulla condizione della donna, misura di civiltà. L’attenzione agli eventi politici internazionali, i diritti civili, la memoria della Resistenza, i vari temi per le mostre culturali sono il filo conduttore.
Le forme grafiche scaturiscono dal contenuto di ognuno e dall’urgenza di comunicare messaggi forti per temi importanti.

L’influenza di The New Yorker nel mondo

A partire dalla prima, iconica copertina del 1925, The New Yorker è progressivamente diventato una piattaforma di riferimento mondiale per il mondo dell’illustrazione. Nel corso di quasi un secolo, una semplice copertina si è evoluta in un immaginario di racconti della città visti dalla prospettiva del Flâneur, quel gentiluomo che vaga curioso per le vie, emozionandosi nell'osservare il paesaggio. Out of Town racconta l’impatto internazionale che le copertine di The New Yorker hanno avuto sul mondo dell’illustrazione attraverso diversi progetti-tributo che hanno voluto rendere omaggio alle proprie città: la vita di Parigi, Tokyo e Montréal viene così raccontata attraverso gli occhi e il tratto di 120 illustratori provenienti da tutto il globo. Parallelamente, il progetto The Not Yorker indaga i retroscena di questa realtà, mostrando parte delle candidature che, in passato, sono state rifiutate o non sono mai state pubblicate sul celebre periodico. Out of Town raccoglie tutti questi omaggi, celebrandone il messaggio, lo stile e la poetica.

L’illustrazione è di moda

Nurant Illustration Mag presenta 12x12, un appuntamento per scoprire, in 12 passaggi, l’evoluzione della moda e della società dagli albori del '900 fino a oggi domani, attraverso l’interpretazione di 4 illustratori per ogni decennio. Frammenti che diventano una ricca mostra collettiva, una timeline visuale con 48 illustratori e 96 opere. Sì, una cosa corposa.
12x12 nasce nel 2017, quando Sonia Mion e Nicola Iannibello (Nurant / VZNstudio) inaugurano alla Milano Fashion Library una serie di mostre. Con cadenza mensile, per un anno, 12x12 esplora oltre un secolo di moda, un decennio per volta, partendo dal 1900 e arrivando al 2020. Non è la prima volta che Nurant si confronta con la moda: nel 2015 vi hanno dedicato un numero del magazine. Allora si trattava del “passato di moda”: nel senso di frullato, concentrato. Ma il passato, si sa, riaffiora, e quindi ecco l’esigenza di tornare su un’ossessione che credevano esorcizzata.

Questo progetto è un’indagine, un inventario di un nuovo e promettente mezzo di comunicazione, il poster cinetico. La collezione mostra sia l’ampio spettro di possibilità sia i limiti del poster digitale, cercando di dare risposta a domande come: quali sono le tecniche e i metodi narrativi? Dove finisce il poster e dove inizia il video? Tutto ciò porta a domandarci cos’è davvero un poster e come questo nuovo mezzo di comunicazione si evolverà nel futuro.

Una serie di 152 copertine di libri d’epoca animate

Le copertine dei libri sono tipicamente considerate supporti statici, ma quando mi imbatto in una serie di volumi storici penso immediatamente: come apparirebbero queste grafiche se fossero animate? L’estetica di molte di loro, con forme geometriche minimaliste, affascinanti schemi di colori, composizioni e pattern ipnotici – tutti questi elementi, quando portati in vita, aggiungono un nuovo, dinamico livello di lettura a queste grafiche vintage. Essendo un motion designer con una formazione da grafico, questa è stata un’idea piuttosto diretta. Cominciando nel 2015 con questo progetto tutt’ora in evoluzione, ogni volta che ho del tempo libero al di fuori del mio lavoro commerciale continuo a cercare copertine e a trasformarle in opere in movimento.

Giunto, quest’anno, all'ottava edizione, il concorso Pazzi per il Fumetto cerca un approccio divulgativo alla difficile questione dei disagi fisici e mentali. Ciò è concepibile grazie alla versatilità del medium fumetto che si rivolge a persone di tutte le età e che, negli ultimi anni, è stato ormai riconosciuto come un mezzo attraverso il quale è possibile parlare di qualsiasi argomento. I responsabili di Villa Iris II, ideatori del progetto, hanno voluto coinvolgere la sede di Torino della Scuola Internazionale di Comics che ha accettato con entusiasmo di supervisionare il concorso. Quattro pagine per parlare di disagio fisico e mentale, con lo stile preferito. Dieci vincitori che vengono pubblicati e ricevono un premio in denaro e una delle storie, scelta dai degenti di Villa Iris II, viene insignita di una menzione speciale. L’albo così creato, distribuito gratuitamente, veicola messaggi e testimonianze molto importanti.

Riccardo Guasco e l'arte di illustrare la bicicletta

Veni, vidi, Bici! è una mostra che racconta il mio rapporto con la bicicletta e raccoglie quasi sette anni di manifesti e illustrazioni realizzate sul tema delle due ruote. Mi sono avvicinato al ciclismo di un tempo grazie alle scenografie di un teatro, portando in scena i principali personaggi del ciclismo del passato, Girardengo, Bottecchia, Malabrocca. Ho conosciuto così il ciclismo dagli albori che mi ha portato dai primi profili di Coppi ai manifesti per la Maratona delle Dolomiti. Ho sempre cercato di andare al cuore della bicicletta rappresentando gli uomini, la polvere, la fatica di uno sport che è sempre più simile ad una metafora della vita. Mi piace la bicicletta quando è animata dall'uomo, per la perfezione meccanica che acquisiscono l’una con l’altro, ricevendo entrambi energia e dinamismo, ed è questo quello che cerco di rappresentare quando disegno e che spero emerga guardando tutti questi lavori: una grande energia dinamica di linee, colori, passioni e velocità.

Creativi italiani al muro

PPPattern è il nuovo store digitale dedicato al fantastico mondo dei pattern, grazie alla collaborazione con giovani creativi italiani, che provengono da vari ambiti della cultura visiva: illustratori, grafici, digital artist, infografici, art director, designer, urban artist. PPPattern ha scelto Torino Graphic Days per lanciare ufficialmente la propria attività con una speciale installazione, che richiama esplicitamente il concetto di patchwork. Come è facile ridisegnare i propri ambienti domestici, lavorativi e di svago con pochi segni sufficientemente distintivi e mettendo assieme anche fantasie differenti, così PPPattern vestirà alcune pareti di Toolbox. PPPattern è un’azienda italiana. I temi e i prodotti sono realizzati in esclusiva.

CCCreativi/ CCCrew:
Paola Arena, Adriano Attus, Alkanoids, Dom Barra/Altered Data, Sylvie Bello, Roberto Hikimi Blefari, Michela Buttignol, Lucia Calfapietra, Elisa Caroli, Antonio Colomboni, Giulia Conoscenti, Oscar Odd Diodoro, Chiara Fedele, GUE, Il Pistrice, Greg Jager, Livia Massaccesi, Patrizia Mastrapasqua, Lucamaleonte, MOTOREFISICO, Giulia Nava, Rita Petruccioli, Francesca Pignataro, Massimo Polvara, Gianni Puri, Jacopo Rosati, Resli Tale, Davide Bart Salvemini, Elisa Seitzinger, Gianfranco Setzu, Studio Mistaker + Masi, Morena Tamborrino, Paola Tassetti, The 6th, Undesign, Valerio Veneruso, VZN Studio, Giulio Vesprini, Silvia Virgillo, Giulia Zoavo.

Pandemonio è un progetto di Print Club Torino, che coinvolge numerosi studi grafici e di comunicazione del territorio, con l’obiettivo di costruire una scena eterogenea e fertile, utile per innescare uno scambio di idee e aprire nuovi percorsi. Il tema individuato, su cui si sono attivati molteplici sviluppi e declinazioni, è: Nuovi Mondi, inteso chiaramente nel suo senso più ampio, senza alcuna esclusione di interpretazione. Ogni team ha declinato il tema secondo il proprio stile e metodo coadiuvati dai tutor del Print Club Torino, senza alcuna limitazione grafica, per realizzare un dodicesimo, utilizzando le tecniche presenti all’interno del laboratorio. Ad ogni realtà è stato associato uno studente tra le facoltà di Design e Comunicazione Visiva, Accademia delle Belle Arti, Istituto Europeo del Design e IAAD con l’intento di agevolare una collaborazione tra le aziende e le istituzioni scolastiche.

Se a viaggiare non fosse un illustratore accompagnato dal suo carnet de voyage, ma fosse il carnet stesso a viaggiare, da una città all’altra, da un illustratore all’altro, quante cose potrebbe raccontare? Parte così da Torino nel luglio 2015 il lungo viaggio del #carnetitinerante in giro per l'Italia. È un taccuino da disegno, un oggetto semplice e pulito che si trasforma man mano: ogni pagina conduce a territori inesplorati, sconosciuti, con percorsi e dimensioni inaspettati. Le pagine si imbarcano, si riempiono e arricchiscono di immagini, segni diversi, ognuna col suo carico di riflessioni personali e astratte. È un viaggio fisico, metaforico e corale di oltre 40 “matite erranti”: un prezioso accumulo di suggestioni, illustrazioni emozionanti, idee originali. Le tappe del Carnet sono le scrivanie degli illustratori che gli hanno aperto la porta in città diverse, riempiendolo di colore, inchiostri e matite, passamano, inviti e biciclettate: ogni pagina ha una storia e un carattere diverso. Un'indagine artistica sul tema del viaggio: questa l’idea di base da cui ha origine il progetto, ideato e sviluppato dall’associazione Circolarte.

Artisti (in ordine di pagina): Mauro Mazzara, Elisa Talentino, Dalia Del Bue, Monica Barengo, Davide Bonazzi, Resli Tale, Francesco Chiacchio, Carolina Grosa, Gabriele Pino, Marco Paschetta, Andrea Musso, Mauro Sacco, Ilaria Falorsi, Laura Pugno, Simona Traina, Gianluca Folì, Elisa Vallarino, Ilaria Urbinati, Tullia Masinari, Paolo D'altan, Marco Somà, Marco Cazzato, Anna Castagnoli, Chiara Fedele, Chiara Morra, Alex Raso, Valentina Biletta, Simone Massoni, Andrea Calisi, Elisabetta Benfatto, Riccardo Guasco, Martina Vanda, Annalisa Bollini, Marina Marcolin, Gianluca Garofalo, Chiara Pasqualotto, Gioia Marchegiani, Vittorio Bustafa, Rossana Bossù, Francesco Poiana, Madeleine Frochaux, Carla Manea (lista in evoluzione)
Foto: Ivano Piva

Industrial robotics and human creativity

Steamlab è uno spazio dedicato alla ricerca multidisciplinare e alla formazione avanzata, dove il computational design è concepito come strumento di contaminazione e connessione tra discipline creative [design, arte, architettura], mondo dell’automazione [robotica, fabbricazione digitale, programmazione] e investigazione sui materiali. Steamlab è un laboratorio di ricerca e sperimentazione indipendente e interdisciplinare radicato sul territorio torinese e al contempo parte attiva della comunità internazionale di ricercatori, designer e professionisti che da anni contribuiscono all’evoluzione e alla diffusione della cultura digitale nel mondo del design. Steamlab nasce dall’esperienza decennale di Co-de-iT - Computational design Italy e dalla recente esperienza digifabTURINg - esperimento rivolto all’esplorazione creativa di tecnologie industriali. Il loro lavoro è internazionalmente conosciuto e pubblicato su numerose riviste, tesi, pubblicazioni scientifiche ed esposto in musei in Italia e all’estero.

A new Cmyk world

Quadrifluox è un progetto che esplora l’uso e l’applicazione degli inchiostri fluorescenti nella produzione di stampati tipolitografici in quadricromia. Ispirato dalle artefatte palette cromatiche della grafica digitale contemporanea, il sistema sviluppa colori vibranti, ultraluminosi e ipersaturi raggiungendo una gamma cromatica del tutto eccezionale, alternativa a quella sviluppata della quadricromia classica. Il libro che racconta questa esperienza, realizzato in collaborazione con lo IED di Torino, verrà esposto ai Graphic Days con una suggestiva illuminazione di Wood che lo trasformerà in un singolare oggetto luminoso. Le illustrazioni contenute al suo interno sono state disegnate da 27 illustratori e graphic designer Italiani.

Geographies of Ecological Surplus esplora l’urbanizzazione come processo di riorganizzazione del valore economico del mondo attraverso una serie di visualizzazioni basate su una strumentalizzazione critica di un insieme di dati globali geospaziali. Le zone di agglomerazione, pur coprendo non più del 3% della superficie del globo, sono direttamente interconnesse, attraverso interdipendenze bio-geografiche, alla trasformazione del resto del 70% della superficie terrestre attualmente utilizzata. Questo altro 70% è destinato principalmente alla produzione primaria: zone agricole, forestali e pascoli, siti di estrazione di risorse e di smaltimento di rifiuti. Questo progetto mira a mettere in luce questi grandi ed invisibili ambienti operativi dell’urbanizzazione planetaria, sottolineando il loro ruolo critico nell’organizzazione sociale ed ecologica. Una serie di visualizzazioni cartografiche offre una panoramica sull’operatività dei terreni planetari attraverso la globalizzazione della produzione primaria, accompagnata da due ulteriori serie di visualizzazioni che si concentrano sull’impatto dell’industria mineraria ed agricola sul continente americano.

Confronti e contrasti di una scena all'avanguardia

Il graphic design trasforma idee in progetti visivi destinati alla rappresentazione di un concetto, messaggio o identità. Negli ultimi 20 anni Varsavia ha formato una nuova generazione di designer in grado di evolvere questa concezione della grafica, riflettendo sul proprio ruolo nella società. Nonostante un difficile passato di battaglie politico-sociali l’abbia segnata profondamente, la Polonia è infatti ripartita anche grazie a giovani designer, grafici e artisti schierati in prima linea. Questi nuovi creativi combattono anche per portare il nome del loro paese nel mondo: il vettore del cambiamento è proprio la comunicazione visiva. Poster, font, zine, loghi e libri diventano così il simbolo della battaglia di un paese in movimento verso la ricostruzione di una identità. La mostra Wars/zawa presenta i contrasti e le sfaccettature di una città distrutta dalle guerre e ricostruita per superare. Varsavia abbandona così il passato e si lancia verso un futuro sempre più legato alla creatività, inserendosi nel panorama internazionale grazie soprattutto al visual design.

Dunking Answers è l’installazione interattiva nata dalla collaborazione tra Print Club Torino e Arduino: una dimostrazione partecipativa delle potenzialità offerte dal mondo del physical computing e del data visualization — la disciplina, o l’arte, di rappresentare e rendere fruibili numeri, dati e informazioni. Si può raccogliere l’esperienza di un intero pubblico e rappresentarlo in tempo reale? Per scoprirlo, lancia la palla e interagisci con l’installazione! Il progetto è possibile grazie alla scheda elettronica Arduino che, grazie ad un algoritmo, trasforma il movimento di ogni partecipante in una composizione di elementi grafici che creano una grande opera collaborativa.

The Push Pin Studio’s Italian Sketches. 1970-1974

Cinquanta metaprogetti in forma di illustrazioni, schizzi, elaborati di prova, dallo studio fondato da Milton Glaser, Seymour Chwast, Reynold Ruffins, Edward Sorel a New York nel 1954 compongono la galleria di cartoncini, veline, lucidi e acetati esposti per la prima volta in originale e realizzati per aziende italiane fra il 1970 e il ’74.
Leo Guerra e Massimiliano Padrini ne hanno ordinato una selezione davvero unica dove lo spirito ironico, irriverente e citazionista dei protagonisti assoluti del graphic-design americano si riflette nello studio del logotipo per una banca del Salento, di avvisi pubblicitari per una corsetteria di Empoli e nell’immagine coordinata per una cassa di risparmio toscana.
Progetti questi in gran parte rimasti su carta, veicolati da John Alcorn – in quel decennio impegnato come illustratore delle celebri copertine della BUR – nella insolita veste di “intermediario” fra la committenza italiana e i vecchi soci dell’agenzia newyorkese.
Un focus speciale è dedicato alle slide su acetato destinate a presentazioni ad uso manageriale per aziende informatiche – come Olivetti e IBM Italia – con linguaggi e tecniche che anticipano di circa vent’anni la comparsa di powerpoint e keynote.
La selezione si conclude con 12 acquerelli, in puro “stile Glaser”, per un calendario che celebra le icone del rinascimento italiano, realizzato per la catena retail C&A.